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25 Mar
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Intervista all'autore - Katya Notari

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?

Scrivere per raccontare, per riordinare e dare colore ai miei pensieri, per dar voce alle emozioni più profonde. Sono alla mia prima esperienza e ho provato emozioni contrastanti: dal dolore intenso alla gioia infinita.



2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?

Questo libro è la mia vita reale, ciò che ho vissuto partorendo una figlia prematura, il diario dei sei mesi trascorsi in rianimazione e il nostro quotidiano oggi nella disabilità



3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.

Un sogno che avevo nel cassetto da dieci anni e che grazie alla spinta di una persona da poco conosciuta, sono riuscita a realizzare. Ha significato abbassare un istante la guardia e aprirmi per condividere con altri il mio dolore.



4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?

Semplice, il titolo doveva essere questo...da sempre.



5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?

Margaret Mazzantini. Mi piace come riesce a scavare nell'animo umano con sentimento e passione.



6. E-book o cartaceo?

Cartaceo sempre con apertura all'e-book avendo figli piccoli che ne faranno uso.



7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?

In realtà non è stata una decisione e non mi sento neppure scrittrice, ho solo voluto portare a termine una cosa lasciata in sospeso anni fa.



8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?

L'idea del libro è nata per raccontarmi e raccontarci, per dar spazio e voce ai bambini prematuri che a volte riportano il peso della disabilità. Un voler accompagnare il lettore in questo mondo così difficile e doloroso. Il momento che più mi ha coinvolta emotivamente è stato leggere e riscrivere il giorno in cui Giulia è uscita dall'ospedale e la gioia incontrollata di poterla portare a casa dopo tanti giorni in cui è rimasta APPESA A UN FILO. Per un paio di ore ho rivissuto quella gioia dimenticando il dolore presente sempre.



9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?

Una grandissima emozione



10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?

Mia sorella, vicina e presente in questo mio progetto.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Non mi emozionano, ma porta aperta anche all'audiolibro.

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Mercoledì, 25 Marzo 2015 | di @BookSprint Edizioni

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