Nato a Ispica, in provincia di Ragusa, il 6 giugno del 1947, Antonio Ignaccolo si è diplomato all'Accademia di belle arti di Bologna e ha lavorato per trentacinque anni in un'agenzia di assicurazioni. Tra gli hobby, oltre alla scrittura (indipendentemente a mano o al computer), ci sono la musica classica e la pittura, che lo aiutano ad esternare ciò che il suo animo da tempo nasconde. È infatti affetto da tetraparesi spastica e la sua vita lo costringe su una sedie a rotelle, dalla quale osserva il mondo e il modo "diverso" degli altri di percepire l'handicap.
Ciò non gli impedisce, però, di guardare avanti e di vivere con passione e vivacità i propri interessi. E da qui nasce proprio "Come il silenzio nella nebbia", una raccolta di racconti brevi che si susseguono, dipanandosi in svariate vicende, che hanno tutte lo scopo di mostrare uno spaccato beffardo e moralmente "malato" della società, nel tentativo di lasciale al lettore un insegnamento o, almeno, un punto di partenza dal quale iniziare un percorso di riflessione e ragionamento.
Il libro è, perciò, un grido nel silenzio, tra la nebbia (da qui il titolo) della solitudine, per dire "ci sono anche io, ci siamo anche noi", quelli che gli altri definiscono "diversi" solo perché non riescono a capire, ad empatizzare. Situazioni diverse, personaggi vari che si muovono in luoghi e ambienti tutti differenti, per mostrare al mondo come l'insensibilità delle persone spesso, troppo spesso, possa fare più male della malattia stessa.