Nato a Torino il 22 dicembre del 1976, Orazio Quattrocchi ha oggi 37 anni ma la sua vita non è stata affatto semplice. Sin dall'età di 4 anni, infatti, gli è stata diagnosticata una rara malattia genetica, la distrofia muscolare di Duchenne, che da diversi anni lo costringe sulla sedie a rotelle, aiutato dai genitori e dal respiratore artificiale che lo assistono 24 ore su 24. Dopo una crisi di broncopolmonite, che lo ha portato vicino alla morte, Orazio Quattrocchi ha avuto una visione del Signore e da quel momento ha dedicato la sua esistenza a Dio e alla chiesa Evangelica della Riconciliazione del pastore Ernesto Bretscher.
Amante della scrittura sin dai primi anni della scuola, tanto da ricevere elogi sia per i temi esposti in classe che per le poesie scritte di proprio pugno, Orazio Quattrocchi ha deciso di racchiudere le esperienze, i pensieri, i silenzi, i suoni e gli altri infiniti aspetti della vita in queste liriche. Si passa, perciò, dall'amore non corrisposto all'amore per Dio, a quello dei suoi cari, in un crescendo di emozioni che non può non risvegliare la sensibilità del lettore, perché la scrittura è uno strumento potente nelle mani delle persone.
Le poesie non sono espresse in rima, ma appartengono ad una categoria che in un certo senso si avvicina alla prosa, pur utilizzando versi e spazi bianchi nella pagina allo scopo di favorire la rievocazione di immagini, colori e rumori che l'autore impressiona sul foglio. Il tutto scandito da una vena malinconica che accompagna Orazio Quattrocchi durante tutte le sue giornate, pur non rinunciando mai al sorriso e a ringraziare il Signore per ogni giorno di vita vissuta. Un universo incantato e meraviglioso in cui è impossibile non perdersi e dal quale non si può non trovare la forza per guardare ad ogni nuovo giorno con un sorriso in più e una lamentela in meno.