Dalla penna di Giuseppina Giovine ecco “I sigilli di Hammurabi” (112 pagine, BookSprint Edizioni, disponibile anche in versione e-book), un avvincente thriller che si colloca sulla scia della migliore tradizione giallistica italiana.
Tutto comincia nei sotterranei del palazzo reale di Hammurabi, il grande sovrano della nobile dinastia di Babilonia. È lì, nelle sale più impenetrabili del suo regno che si cela il grande segreto delle ricchezze del re. Un tesoro immenso, inestimabile, custodito da una combinazione di sigilli che solo Hammurabi conosce ed è solo quella combinazione che può aprire le porte che spalancano l’accesso all’abbacinante luce irradiata da quella cascata di ori e pietre preziose. Ma Hammurabi è ormai vecchio e malato. Il saggio sovrano sa che tutto sta per arrivare a compimento e allora decide di separare per sempre i sette sigilli, in modo che nessuno possa appropriarsi di tutta quella ricchezza capace di scatenare ingordigia e crudeltà degli esseri umani.
La stella a otto punte racchiusa in un cerchio, il drago, le fiamme, l’albero sempreverde, le spade incrociate, il falco e l’aquila: eccoli i sette sigilli pronti a intraprendere un viaggio lungo millenni negli angoli più remoti del mondo, fino ad arrivare all’afosa estate milanese del 2009, quando il commissario Bentivoglio si ritrova in un’altra stanza, quella di uno studio professionale, dove riverso per terra, ucciso da un colpo d’arma da fuoco, è il corpo di un affermato commercialista. È da quella stanza di quel frequentatissimo ufficio che il sagace poliziotto insieme al suo vice Lagatta comincia ad annodare le fila di un intreccio che lo riporterà indietro nel tempo di migliaia di anni. Una indagine serrata che si conclude nella gloria del Museo Archeologico di Milano: è lì che torneranno alla luce gli antichi splendori del tesoro di Hammurabi. Un godibilissimo giallo da leggere tutto d’un fiato, tra storia, leggenda e la vita frenetica della Milano d’oggi.