Nelle 242 pagine complessive che compongono l'opera, infatti, attraverso la forma narrativa del monologo, Franco Mannini racconta gli avvenimenti salienti della sua vita. L'infanzia, il rapporto con i genitori e i fratelli, l'esperienza lavorativa e i rapporti con i colleghi, i primi approcci con il sesso (omosessuale ed eterosessuale), la passione per la bici, le difficoltà con l'ambiente scolastico e la depressione sono solo alcuni degli aspetti su cui si sofferma con sensibilità l'autore, analizzando di volta in volta le scelte fatte e quelle non fatte.
Lo fa non solo per rappresentare una vita fatta comunque di tanti eventi importanti e critici, che meriterebbero di essere conosciuti senza secondi scopi, ma soprattutto per offrire spunti d'analisi e di pensiero sulla società attuale, che lo stesso Franco Mannini ritiene ormai obsoleta e superata, ben lontana da una comunità ideale e perfetta, che dovrebbe garantire ad ogni singolo individuo la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale, indipendentemente da gusti, ideologie e credo.
Franco Mannini è nato a Seravezza il 14 settembre del 1968. Sin da piccolo la sua spiccata sensibilità e propensione alla solitudine, unite ad una forte emotività, lo spingono nel baratro del disadattamento sociale, che sfocerà negli anni in una vera e propria sindrome depressiva. Malessere e disagio non lo abbandoneranno per molto tempo, tornando ogni qual volta la situazione sembra essere difficile e insuperabile, ed è proprio nella scrittura che troverà una fonte di scarico, di liberazione dalla pesantezza interiore.