“Storia di gente normale” è il titolo del romanzo scritto da Giuseppe Sbarsi: un’opera che raccoglie svariati racconti in cui ogni personaggio ha a che fare con la vita quotidiana ma, invero, con la routine. Pertanto vi sono narrazioni di cui sono protagonisti due studenti, ovvero una badante o, infine, donne in carriera.
Storie, dunque, di vita vera, sì semplici ma proprio per questo tanto eccezionali, perché è giorno dopo giorno che ciascuno costruisce la propria esistenza, realizzando, al contempo, il suo futuro. Protagonista dell’opera, quindi, più che ciascun personaggio in sé, è la stessa vita, ad onore del vero, filo conduttore dell’intera opera. Il lettore non potrà non restare piacevolmente coinvolto da cotanti racconti, nei quali rivedrà sé stesso, attraverso narrazioni che suscitano non poca simpatia… Vicende normali, immerse nel quotidiano che la fa sempre da padrone. Le conseguenti riflessioni e conclusioni sono, di certo, inevitabili. Edito dalla Casa Editrice Booksprint Edizioni, il testo è acquistabile sia in formato cartaceo, sia in quello digitale.
Giuseppe Sbarsi si presenta al lettore attraverso i personaggi descritti nella sua opera, “Storia di gente normale”. Sbarsi, classe 1937, ha vissuto l’assenza del padre, obbligato dai tedeschi a lavorare in Germania ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. E, proprio come è accaduto e ad onore del vero, accade ancor oggi a molte “persone normali”, l’autore si è visto costretto a rinunciare nel prosieguo degli studi, compiendo lavori oltremodo pesanti e che gli hanno cagionato seri problemi di salute. Poi, grazie a tanto impegno e ad un così duro lavoro, è riuscito a studiare, fino a divenire titolare di un’agenzia di assicurazioni. Infine, giunto all’età del pensionamento, ha passato il testimone al figlio, continuando a collaborare al suo fianco, come accade a persone normali ma, al contempo, tanto eccezionali. Da ultimo, ha appena realizzato il suo desidero più grande: visto il profondo amore per la scrittura, ha pubblicato la sua opera-prima, dedicata a gente come lui… Per l’appunto, “normale…”.