Una guerra sanguinosa combattuta su più fronti, un colonnello in cerca di un momento decisivo per riflettere sulla propria esistenza, un sigaro come analogia di una condizione umana destinata inesorabilmente, prima o poi, a spegnersi, ancor più durante un conflitto. Arriva in libreria "Allora il colonnello spense il suo sigaro", il nuovo libro di Juan Manuel Marcos, traduzione a cura di Francesca Juana Bellucci. L'opera, disponibile nel classico formato della brossure cartacea, affronta una tematica cruenta e purtroppo sempre troppo contemporanea come la guerra e la sua influenza sulla vita e sulla morte, unendo il fascino delle poesie e delle odi con il concreto della fotografia, in un viaggio nell'arte a 360 gradi.
Il volume muove i primi passi accompagnando un colonnello durante una battaglia. Nel corso degli scontri, il soldato viene ferito e perciò, trovatosi un riparo momentaneo, si accende il sigaro. Il fumo è l'occasione per fare il punto della situazione e riflettere sulla propria esistenza, sul senso della vita in generale e sulla sua condizione attuale, prima di decidere di "spegnere quel sigaro…".
Il libro è davvero ben scritto ed emotivamente d'impatto. Le 118 pagine che lo compongono restituiscono al lettore momenti di pura estasi artistica, che si intrecciano tra i componimenti poetici, che danno ampio spazio e risalto alle riflessioni, e le immagini, che invece riconducono bruscamente ad una realtà più materiale e concreta, fatta di eventi reali e veri. Il testo si occupa di temi che appassionano tutti e sono in grado di tenere il lettore incollato alla pagina sin dalle prime battute: la vita, la morte, la libertà, l'immortalità… Tutto questo mente si combatte vere e proprie guerre, non tutte fondate su validi motivi, che costano "sangue, morti e sacrifici…", nella speranza talvolta vana di vincere.
Nato ad Asunción, capitale del Paraguay, nel 1950, Juan Manuel Marcos è tra i principali esponenti contemporanei della letteratura dell'America Latina. Narratore, saggista, critico letterario, poeta e paroliere di musica popolare, le sue opere sono state tradotte in quaranta lingue. Da sempre la sua arte è al servizio delle persone, tanto da aver combattuto duramente la dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989) e aver subito le torture del carcere e l'esilio. Dopo il dottorato in Filosofia (a Madrid) e in Lettere (in Pennsylvania), è stato professore all'Università della California a los Angeles. Alla fine della dittatura, rientrato in patria, ha fondato l'Universidad del Norte, la più prestigiosa in tutto il Paraguay, rinnovando nello stile e nei contenuti le lettere, la musica e le arti locali. Nel 2017, per la BookSprint Edizioni, e con la traduzione a cura di Francesca Juana Bellucci e Riccardo Campa, ha pubblicato il romanzo "L'inverno di Gunter", disponibile in brochure cartacea, nel formato digitale dell'ebook e come audiolibro.