Una riflessione brillante ed estrosa sull’origine della vita e sulla comparsa dell’uomo sul pianeta Terra. Un trattato che prova a rispondere a molte delle domande essenziali dell’essere umano: chi siamo, da dove veniamo, cosa siamo destinati a fare? Arriva in libreria “L’infinito che resta”, il nuovo libro di Mario Bellaviti. L’opera, edita per i tipi della BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, è un viaggio lungo il tempo, tra riflessioni e teorie eccentriche e stuzzicanti.
I pensieri dell’autore sono espressi mediante dialoghi fitti e serrati che personaggi illustri della storia e della scienza si scambiano, nel tentativo di fornire un punto di vista che sia insieme scientifico, religioso, letterario e antropologico. Probabilmente è proprio grazie a questa visione cosmologica, che abbraccia diverse branchie della società, e che tocca anche aspetti e percezioni molto sensibili, come la morte, che il volume assume un tono di veridicità e di completezza.
Scritto in prima persona, con uno stile accattivante che si rivolge direttamente al lettore, il saggio si compone di 258 pagine, in cui sono trattati svariati argomenti: dall’Infinito al senso della vita, dall’astrofisica alla filosofia. Ma grande importanza assume, nel libro, soprattutto la riflessione religiosa (tra scienza e religione, studio empirico e fede, storia e spiritualità), a cui è dedicata un’ampia porzione del testo.
Laureato in medicina e chirurgia, specializzato in gastroenterologia, il dottor Mario Bellaviti è volto già noto ai lettori della BookSprint Edizioni. In passato, per la casa editrice di Vito Pacelli, ha infatti già pubblicato: “L’isola dei passi perduti” (2018), giallo ambientato nello straordinario palcoscenico dell’isola greca di Zacinto; “La metrica del cuore” (294 pagine, 2019), romanzo incentrato sulla figura di un medico alle prese con le incertezze della vita; “L’ottava nota” (180 pagine, 2020), romanzo legato alle vicende millenarie di Gabriel, alla ricerca della nota immanente e ad oggi inascoltata.