Una vita confinata in una “camera-casa”, cresciuto solo dalla madre in un resort. Parte da qui la storia di Emanuele, il giovane introverso protagonista di “Verde acqua”, il nuovo racconto di Antonietta Falco. L’opera, edita per i tipi della BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, è un viaggio nella psiche e nell’anima dell’essere umano, tra privazioni, assenze e amore, alla ricerca della piena identità di se stessi.
Ago della bilancia per Emanuele, spartiacque nella sua vita, sarà l’incontro con una signora più grande di lui, che lo colpisce sin da subito per la sua folta chioma rossa. La donna diventa per il ragazzo una segreta ossessione che, trasmettendogli pace e serenità, lo porterà finalmente ad indagare sul proprio Io e a crearsi una nuova consapevolezza di sé. Emanuele dovrà guardarsi finalmente dentro per colmare il vuoto lasciato dall’assenza di una figura paterna e sentirsi non più diverso dai suoi coetanei, non più un outsider.
La narrazione, che rispetta la cronologia della vicenda, parte dall’infanzia del protagonista per giungere poi, nelle 100 pagine del racconto, all’epilogo. La scrittura risulta ben adattata alla storia e arricchita dall’utilizzo di metafore che impreziosiscono un lessico di per sé già curato e importante. Armonica anche la presentazione e la caratterizzazione dei personaggi che si incrociano nel volume, dando così vita ad una storia intrigante, interessante e piena di spunti di riflessione sia dal punto di vista umano che psicologico.
Appassionata sin dalla giovane età di filosofia e scrittura creativa, Antonietta Falco è cresciuta in una piccola realtà di provincia. Dopo gli studi umanistici, ha fondato nel 2012 un’associazione no profit per il sostegno alla famiglia e al bambino. Dal 2010 collabora con alcune case editrici, riuscendo a pubblicare due raccolte di poesie nel 2018: “Le tue parole” e “Emozioni”. “Verde acqua” rappresenta però il suo esordio nel mondo dei racconti/romanzi, espressione trasparente della riflessione e della rifrazione dell’agire, tra superficie e profondità.