Un male inspiegabile, che non lascia scampo, che fa paura, che fa sentire soli, la lotta di una madre per la propria bambina, la voglia di non mollare mai e di farsi forte per tutta la famiglia. Il desiderio di amare comunque, oltre la paura, oltre la cattiveria della natura. Arriva in libreria "Io, tua madre contro la bestia", il nuovo romanzo autobiografico a firma di Liliana Boranga. L'opera, edita dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brochure cartacea, entra nel difficile campo delle malattie mentali e del rapporto tra genitori e figli, tra sanità e malattia, in un confronto inevitabile per continuare a vivere e sperare.
112 pagine, cinquantatre capitoli, brevi, ma molto, molto intensi, tanto da dare al lettore l'impressione di ritrovarsi in un diario intimo, personale, fatto di coraggio, ma anche di tanta paura, di forza, ma anche di momenti di debolezza, di luce e speranza, ma anche di buio e tenebre. Attraverso la scrittura, l'autrice cerca di liberarsi del proprio sconforto, descrivendo con estrema efficacia il dolore che ruota attorno alla malattia, dando così uno sguardo più ampio su cosa essa significhi non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto sociale e familiare.
Un percorso interiore parallelo in un dialogo con se stessa, contro la "bestia" spaventosa e beffarda. Il tempo della malattia non coincide con il tempo che scorre quotidianamente e il lettore sperimenta, attraverso il testo, anche questo. Perciò il volume diventa, grazie anche al supporto dell'Associazione "Lo specchio", uno strumento valido e di impegno sociale a favore delle famiglie costrette a convivere con malattie che comportano l'inevitabile modifica del quadro familiare.
Nata a Parigi e figlia di emigranti trasferitisi poi in Italia clandestinamente, Liliana Boranga ha parenti sparsi in tutto il globo, da New York al Belgio, all'Australia. Questo patrimonio "internazionale" la segna per sempre e si evince in tutti i suoi scritti. La scrittura infatti è la sua passione sin da piccola, tanto da diventare con gli studi e con dedizione una giornalista, oltre che insegnante. Produttrice anche di film e spettacoli sulla violenza di genere e contro gli anziani, ha iniziato la lotta contro la malattia mentale della figlia Francesca, organizzando mostre, concerti e dibattiti sul tema e sulla discriminazione vissuta dalle persone affette da queste patologie.