In un clima di tensione in cui l'immigrazione e il Mediterraneo, con la sua accoglienza, sono all'ordine del giorno e sempre presenti nel palinsesto di tutti i giornali e telegiornali europei, arriva in libreria "Il sangue del profugo rivela – Das Blut des Flüchtlings erzählt", la raccolta di poesie di Gino Pacifico. L'opera (156 pagine), edita dalla BookSprint Edizioni e disponibile nel classico formato della brossure cartacea, racchiude un messaggio di solidarietà e amore fraterno verso chi, con la speranza negli occhi e nel cuore, si imbarca ogni giorno in cerca di qualcosa di migliore.
È questo infatti il sogno dei profughi che quotidianamente attraversano il Mediterraneo, in condizioni disumane e spesso molto pericolose, dall'Africa verso l'Europa, per cercare una vita almeno dignitosa. Una serie di liriche profonde, componimenti vari e aforismi diretti e arguti si alternano evocando e suscitando emozioni intense e drammatiche, che vogliono far riflettere sul tema.
Per questo l'opera, che si giova anche di una versione in tedesco grazie alla traduzione di Christian Leeck, ha un profondissimo valore etico, sia per l'argomento delicato che affronta, sia per il modo in cui lo fa: con determinazione, emozione, semplicità ed eleganza. Le liriche presentano infatti i fatti con crudezza, ma anche con tanta umanità, il che sicuramente contribuisce a sensibilizzare il lettore, a cui il pathos emotivo arriva diritto al cuore.
Nato a Mondragone, in provincia di Caserta, nel 1952, Gino Pacifico è un insegnante di italiano e storia nelle scuole tedesche. Artista a trecentosessanta gradi, vanta la vittoria del Festival del cinema della BDFA con i film "Due valigie diverse" e "Andata e ritorno". "Il sangue del profugo rivela" è il suo terzo libro in versi (dopo "Indivisibile" del 2012 e "La vetrina dell'emigrante" del 2015), ma probabilmente è quello che segna la sua completa maturazione nel mondo dell'arte poetica.