Le vicende che interessarono il confine orientale dell’Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale ancora oggi sono ignorate da molti. Questo libro-documento, mediante la raccolta di testimonianze e la narrazione della storia della famiglia dell’autrice, fa luce sulle terribili vicende delle foibe e sull’esodo dimenticato della popolazione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.
Opera con un’altissima valenza etica, quindi, quello di Maria Antonietta Marocchi, dal momento che si ripropone di portare all’attenzione di tutti delle tragedie dimenticate troppo a lungo mediante una narrazione particolarmente accattivante. Le testimonianze tengono la mente del lettore impegnata dall’inizio alla fine, arricchendolo di nuove conoscenze e spronandolo a scavare negli angoli bui della storia d’Italia. Particolarmente apprezzabile, inoltre, è l’intento dello scritto di dare voce a chi non può più parlare oppure è stato messo a tacere per decenni.
Dalle efferatezze compiute dai partigiani di Tito, al racconto delle condizioni disumane nelle quali versavano gli internati nei campi di concentramento jugoslavi; ogni cosa giunge dai ricordi dei sopravvissuti. Questo libro è un modo per non dimenticare tante vittime innocenti, ma anche un accorato appello alle autorità perché onorino i morti e risarciscano i vivi.