Originario di Napoli, l’autore si impegna prima nello sport e riveste ruoli importanti in ambito calcistico (si ricorda infatti di lui la sua carriere di ex calciatore professionista) e successivamente si trasferisce nella capitale dove ormai risiede da oltre trenta anni e dove attualmente vive e lavora. Antonio Oliva ha cambiato completamente attività e ad oggi è impegnato nel suo lavoro di notaio.
La buona formazione dell’autore si riflette nel contenuto del testo che spinge il lettore in un mondo parallelo, in cui tutto è portato all’estremo e ogni circostanza sembra essere paradossale. Il libro risente degli influssi delle letture e della formazione dell’autore, così come il registro linguistico e l’esposizione della materia. Essa è raccontata con una lingua che sa di barocco, in un modo in cui il manierismo domina e spesso l’impressione che sovviene nel corso della lettura è quella di una lingua usata per impressionare piuttosto che per raccontare. Protagonista è una donna: Annaluna, la sua sincerità e trasparenza la portano sempre alla ricerca della verità.
«Tutto viene dalla montagna: l’acqua che intride la foresta e ricolma il fiume, l’ombra delle nuvole, il vento che asciuga i fili d’erba e scompiglia le farfalle; la sera, sennonché reclina dove scolora il giorno». “La Vanessa” è un romanzo la cui singolarità è racchiusa anche nel fatto che sia richiesto al lettore lo sforzo di cercare ed individuare il messaggio contenuto tra le righe, esso infatti non è esplicitato immediatamente; questo stile espositivo e narrativo “costringe” i lettori ad una lettura attiva, ciò mantiene molto alto il livello di concentrazione ed il ritmo della lettura si mantiene fluido per quasi tutta la durata del romanzo, nonostante in alcuni punti sia richiesto uno sforzo maggiore per interpretare il testo. È questa una piacevole scoperta che catapulta in una dimensione diversa e mai banale.