Ciascuno di essi infatti evidenzia la necessità di dovere e volere ricominciare, essi vivono con estrema difficoltà la noia e lo smarrimento dell’insoddisfazione, pertanto si muovono alla ricerca di quella adrenalina che possa rendere più vitale le loro vite. E come in un bel testo teatrale, i tre personaggi protagonisti si incontrano e si conoscono in modo del tutto casuale. «Proprio come quando si finisce di sistemare le esigenze di un figlio piccolo che l’altro di poco più grande, è pronto a reclamare le sue, Gilda capì che non sarebbe stato facile tener testa ai due che con estenuante gioco di squadra, non sembravano intenzionati a lasciare il camerino.»
Tre personalità diverse, ciascuna con la propria esperienza e vita vissuta, ognuno di essi con le proprie fragilità, domande a cui dare risposte ed interrogativi sul futuro. Trippa, Serapeo e Gilda: sono loro tre i protagonisti di Perpetuo mobile. Come la conoscenza avviene in modo casuale, altrettanto casualmente le loro vite cominciano ad intrecciarsi, ad incontrarsi fino a fare della conoscenza un’amicizia significativa eppure singolare. Il loro si rivelerà essere un rapporto tra universi troppo spesso paralleli che non riescono ad avvicinarsi, da qui l’attuazione del moto perpetuo: quel movimento costante e continuo, volto alla continua ricerca della vita, della forza, del desiderio. Come un Sisifo destinato a portare il peso del masso, così ogni personaggio di questo romanzo vive sotto il pesante fardello della propria vita, alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove forze per ripartire.
Saverio Capozzi è nato a Bari e attualmente vive a Roma. Regista di teatro, psicologo, autore di opere teatrali e sceneggiature, collabora con l’organizzazione internazionale Museum With no Frontiers.