50 pagine ricche di rime, musica, passione, sentimenti, messi in gioco per raccontare la propria verità, per esprimere tutte le difficoltà dell'esistenza umana, specie quando il male non viene da fuori, ma dalla stessa famiglia di origine. Notti passate a sperare che quella porta non si aprisse, giorni vissuti nel tentativo di dimenticare. Impossibile farlo, più semplice lasciar andare le parole sul foglio e con esse esternare tutto il disastro interiore che l'adolescenza ha portato con sé.
Una storia triste, in cui il tema principale è la violenza, quella subita dalla protagonista all'interno delle proprie mura domestiche, da un padre cieco che non ha mai capito di avere una figlia, da una madre che ha chiuso sempre gli occhi per non essere costretta a guardare. Il dolore, il buio di quei momenti e di quello che lasciano sulla pelle e nell'anima, ma alla costante ricerca di una scintilla per ripartire.
Tutto questo è "Semi violati tra le sedi dell'anima", opera prima dell'autrice, che vuole essere un segnale forte per tutte le ragazze che, come Maria Antonietta Loconte, non sono state fortunate, ma hanno trovato comunque la forza di andare avanti, di denunciare, di venire fuori ad urlare il proprio diritto alla vita. Con sensibilità, con intimità, con pudore…