Camera 5 è un luogo reale ma anche uno stato della mente, un rifugio invisibile in cui il protagonista, si ritira in un momento triste della sua vita: la morte della mamma a causa della leucemia. Il protagonista e l’autore sono la stessa persona. I ricordi attraverso una sorta di “flusso di coscienza” rievocano tanti momenti della sua esistenza, della sua infanzia e giovinezza passati con la mamma, nella sua casa e nella sua amata Bologna. L’autore immagina di parlare con lei e in quelle occasioni le chiede consigli, affronta temi quali l’amore, la religione, la fede in Dio e la morte condividendo alcuni momenti importanti della sua vita.
In Camera 5 ogni singola parola ha un suo importante significato che riconduce agli stati d’animo molto intimi del protagonista. Alcuni tratti del romanzo sono arricchiti da aforismi di Kafka, da passaggi tratti da “Il Piccolo Principe” e da “Il cammino di Santiago”, e dalle poesie che l’autore rivolge alla madre con parole di immensa tenerezza, nostalgia e amore, parole forse mai dette quando lei era ancora in vita.
Davide Russo è nato a Bologna, dove all’ombra delle Due Torri, fa l’insegnante nella scuola primaria. Ha fatto varie esperienze nel mondo della cooperazione internazionale a Cuba in qualità di progettista.