Romanzo di ben 166 pagine, la tematica del libro fa sì che esso venga incluso nel genere fantasy. Scorrevole, corretto nella forma, caratterizzato da un intreccio ordinato e pertanto godibile senza troppo sforzo da parte del lettore, La bolla di Sadland racconta, nell’evolversi degli eventi, il conflitto tra bene e male e il trionfo del primo sul secondo. «La luce aveva attraversato l’intera Sadland, trasformandola in un regno dove avrebbero governato pace, prosperità e tutte le altre condizioni favorevoli alla vita di quegli esseri il cui unico progresso era quello spirituale». Come specchio della propria vita, Alex Giuffrida compone un testo che inneggia, conferendogli un’accezione umana, il valore della fragilità.
In ultima battuta è possibile sostenere un’ipotesi non troppo azzardata: il tentativo da parte di Alex di una traslazione in ambito narrativo e letterario del suo mondo interiore, delle sue fragilità di giovane uomo già provato dai casi della vita. Nel mondo della fantasia in cui i sogni possono diventare realtà c’è un sostrato di vita vera, vita vissuta. Nella lotta che le Entità malvagie conducono contro il sensibile popolo dei Lumiani (protagonista del romanzo) traspare una sottile indagine in quelle insicurezze che segnano la quotidianità di questo giovane e competente scrittore. Figlio di un’epoca che ha fatto della precarietà – materiale e spirituale - il suo carattere dominante, Alex Giuffrida usa la scrittura come arma di difesa, di lotta, di salvezza.