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26 Ott
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I Cinque Sensi della Lettura

I Cinque Sensi della Lettura Foto: © alphaspirit

È riduttivo pensare che entrare in contatto con un libro significhi dover utilizzare solo la propria vista, limitarsi a far scorrere gli occhi tra le parole stampate, messe in fila perfettamente come bravi soldatini. Leggere è molto di più, è mettere in gioco completamente e contemporaneamente tutti i nostri sensi.

Questa verità sensibile esplode con tutta la sua forza quando ci si avventura tra i mercatini dei libri usati, tra le bancarelle colme di copertine ingiallite. Qui ogni libro racconta due storie, quella che contiene e quella che ha vissuto, e da sola, la vista non basta a contenere tutto questo narrare. Allora c’è l’odore, mai uguale, diverso da quello standardizzato e plastico dei libri appena sfornati

Nei libri che hanno già vissuto altre vite, l’odore ce le descrive e ce le mostra: c’è un signore un po’ frettoloso  su un treno che fa scivolare il caffè sul suo poliziesco; c’è una signora dagli abiti sontuosi, avvolta da una nuvola di profumo francese che si accomoda in poltrona per stare in compagnia delle sue storie d’amore cartacee; c’è un ragazzo triste che, tra una sigaretta e l’altra, rilegge per l’ennesima volta il romanzo di un giovane e dei suoi tormenti. Caffè, profumo, tabacco. Un libro è un contenitore di odori, ma non solo. La mano accarezza quei fogli rilegati, tenuti insieme da colla e tempo, e sente i solchi delle matite passate a sottolineare le parole da ricordare, da appuntarsi, parole che sono quasi uscite da quel libro per diventare la citazione costante nella bocca di qualcuno, il suo monito continuo.

Sotto le dita scorrono le pieghe delle orecchie fatte di fretta, per segnalare il punto di arrivo e quello di partenza per il prossimo ritorno, per la prossima lettura. E poi c’è il sapore dei libri: quel fumetto che sa di gelato mangiato in soffitta, accanto al baule della collezione di papà; quel volume che sa di lacrime, di sale, di notti spese a far passare il dolceamaro magone del crescere. Infine, ci sono le voci, l’udito: la voce tenera di una madre amorevole e delle fiabe lette prima della nanna; il tono burbero e severo di un vecchio maestro che recita un’ode classica; le lievi risate di un gruppo di amici che scoprono le marachelle affidate da un ragazzino al segreto di un diario. Allora è così che si legge, con ogni parte del corpo. Quelle pagine sfogliate e risfogliate centinaia, forse migliaia di volte, hanno ancora molto da raccontare, si arricchiscono ad ogni passaggio di mano e, mai stanche, sono sempre pronte a saltare in un’altra tasca o in un’altra borsa per cominciare il prossimo viaggio, la prossima storia.

Martedì, 30 Ottobre 2012 | di @

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