È la notte tra il 13 e il 14 agosto. L’anno è il 1861. Il Tenente della marina militare Alessandro Piola Caselli, al comando di 150 bersaglieri, viola la rada di Castellammare di Stabia per tentare di impadronirsi del Monarca, nave ammiraglia della flotta delle Due Sicilie.
L’autore dà voce ai personaggi, che prendono vita ed escono dai libri di storia. Dalla trama, dalle fonti e dai dialoghi, emerge l’originale lettura storiografica dello scrittore.
Tutto questo viene ben evidenziato nel lungo articolo, completo di intervista, a firma di Emma Moriconi che recensisce un libro tutto da scoprire.
Ma Montefiori, con Assalto al Monarca, fa ancora parlare di sé anche dalle pagine del sito dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia che, di recente, ha recensito il libro dello scrittore ligure.
“Il libro è snello, scorrevole nella prosa, essenziale nei riferimenti”. Così l'Ammiraglio Mario Pagnottella sintetizza l’opera di Umberto Montefiori. Assalto al Monarca s’inserisce nella discussione storiografica sul Risorgimento con un romanzo agile e preciso. L’opera racconta l’eroica impresa del tenente della Marina Militare del regno sardo-piemontese Alessandro Piola Caselli, che, a capo di 150 bersaglieri, tenta di impadronirsi della nave ammiraglia della flotta delle Due Sicilie. Per Marinai d’Italia Umberto Montefiori è scrittore “originale e documentatissimo”, che riesce a combinare felicemente talento narrativo e preparazione storica. Il risultato è “un’opera di valore, interessante e gradevole, come raramente accade in un panorama per lo più fatto di ricopiature, riletture e semplici recuperi senza a nima e senza mordente”.
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