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04 Giu
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Intervista all'autore - Denise Longhetti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere è sempre stato un modo per creare un mondo tutto mio, qualcosa che mi facesse portare in una altra realtà dove ero io a decidere.
Scrivere per me è sempre stato un modo per dare sfogo alla mia fantasia e per scappare da ciò che mi circondava, è sempre stato un metodo anche di sfogo, portando su carta ciò che a volte non riuscivo bene ad esprimere a parole.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto come nulla, la mia persona è stata spezzata in più personaggi, dando un pezzo di me stessa ad ognuno e come se tutti assieme mi rappresentassero perfettamente, ma allo stesso tempo ho voluto dargli tratti distintivi e diversi per far rivivere a più persone loro stessi.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opera è stata un pezzo della mia vita, tanto che ho voluto omaggiarlo sulla mia pelle, con un tatuaggio rappresentativo. "Villains" è qualcosa per cui ho dato tutto, per la quale non ho mai mollato e che m ha fatto credere in me stessa. Scriverlo è stata un'emozione parola dopo parla e vederlo finalmente concluso è una gioia immensa.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
Io inizio sempre con un nome per identificare qualcosa che sto scrivendo, molte volte modifico il titolo in corso d'opera, ma per "Villains" è rimasto tale dall'inizio alla fine. sono stata in realtà combattuta se cambiarlo o meno, ma ho sempre pensato che non sarebbe stato lo stesso senza quel nome.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sceglierne solo uno sarebbe molto riduttivo, ma se dovessi, sceglierei il grande classico di "Dracula", l'originale scritto da Bram Stoker. La mia passione è partita da li, per un compito assegnato a scuola.
 
Ebook o cartaceo?
Non disdegno entrambe, io sono però più sul cartaceo. Adoro sfogliare le pagine e avere una collezione di libri, alcuni anche con copertine più elaborate. L'Ebook penso sia comodo quando si è impossibilitati di portare troppi libri con sé, avendo una scelta comunque ampia
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho sempre amato scrivere. Fin da bambina creavo storie, facendo volare la fantasia ovunque e mettendole in atto con i miei giochi. Questa passione l'avevo persa durante il periodo delle medie, ma non mi ha mai davvero abbandonato ed è sempre stato quel sogno nel cassetto di poter, un giorno, pubblicare le mie opere. Alle superiori ho ripreso a scrivere e mi sono resa conto che quella era la cosa giusta da fare.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
All'inizio, "Villains" era totalmente diverso da quello che è diventato, era una idea raffazzonata e mal pensata, con personaggi poco incidenti e piatti. Non mi aveva mai convinto totalmente, per questo ho deciso di punto in bianco di cancellare le poche pagine che avevo scritto e di ricominciare totalmente da zero, scrivendo una storia nuova, quella che ora è il "Villains" che conosco.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un'emozione indescrivibile, una cosa che ancora a pieno fatico a realizzare per quanto sia importante per me questo progetto, per quanto abbia segnato la mia vita. Sono emozionata per cosa possa portarmi ciò, per come continuerà a muoversi.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio ragazzo. Gli avevo mandato una copia non ancora conclusa solo per capire se era da migliorare o se poteva già andare bene così. L'ho tartassato così tanto con questo progetto che ormai penso abbia gli incubi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono molto a favore dell'audiolibro, lo ammetto. Io sono una persona sempre indaffarata che ha pochi momenti per rilassarsi a leggere bene, per questo mi affido molto agli audiolibri, mi piace ascoltarli quando, molto banalmente, vado al lavoro, faccio le faccende di casa o semplicemente quando sto cucinando. Penso che sia molto utile per chi è appassionato, ma chi ha poco tempo per dedicarsi a questa passione o per chi è impossibilitato, non impedendogli di poter viaggiare comunque con la fantasia.

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