Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono un personal trainer, diplomato Isef, che vive e lavora ad Asti. Non mi ritengo uno scrittore professionista ma un vero e proprio dilettante, nel senso che mi diletto a scrivere per pura passione.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento particolare. Scrivo quando sono ispirato da una trama avvincente che possa attirare prima me stesso che gli altri. Solitamente le migliori idee nascono quando vado a correre tra le stradine di campagna e anche come risultato di storie sognate durante la notte.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Se si intendono autori di testi, sceneggiature, opere, sono più di uno: Luis Bunuel, Quentin Tarantino, Daniel Pennac, Dino Buzzati, Edgar Allan Poe.
Per la loro magistrale interpretazione del Surrealismo, Umorismo Nero e Ironia che spesso utilizzano per rappresentare una visione della società.
Li amo per la loro capacità innata di esplorare la psiche umana, utilizzando elementi di mistero e suspense. E mi sento vicino a loro per il loro sano anticonformismo e per il modo in cui utilizzano la loro arte per esprimere la visione del mondo.
Perché è nata la sua opera?
Mi piacciono da sempre i racconti brevi perché facili da leggere e le mie storie sono adatte a questo tipo di lettura. Quindi, mi son detto, perché non provare a pubblicarle, anziché tenermele chiuse dentro al pc?
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Credo molto, perché i miei genitori e gran parte dei miei parenti prossimi sono o sono stati insegnanti. Il culto della lingua italiana è sempre stato presente tra le mura di casa. Ma il vero genio di famiglia, al quale, purtroppo, non posso lontanamente paragonarmi è mio fratello Manlio, che della scrittura e della spropositata cultura ne ha fatto una brillante professione. Lui insegna alla Sorbona di Parigi ed è un autore di geopolitica. Io, al cospetto, rimango un semplice autore di storie leggere; però, spero che i miei racconti lascino al lettore qualche pensiero in più su cui ragionare
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. Un connubio perfetto. Dal momento che la realtà è fatta anche di fantasia e spesso la fantasia supera la realtà
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi molto. Tutto nato dalle mie turbolente fantasie che però si rifanno a ciò in cui credo, a livello sociale, politico ed economico. È la mia piccola fede che si manifesta in ogni riga.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
A questa domanda sinceramente non saprei che dire: forse io stesso
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei clienti della palestra amanti della lettura. Non sono molti purtroppo quelli che fanno del proprio fisico una passione e allo stesso tempo, si dedicano ai romanzi o alla lettura dei libri in genere. Ma a nessuno di loro ho riferito che ero io l'autore per non influenzarli e il risultato è stato sorprendente: non mi aspettavo giudizi apertamente positivi.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Nonostante sia amante della tecnologia e del progresso informatico, credo che toccare con mano e sfogliare le pagine di un libro sia più attrattivo che seguire le righe di un testo da un portatile o dal pc
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Interessantissima. Lo reputo utilissima: la associo istintivamente a un servizio fondamentale per chi ha problemi visivi ma penso che possa essere un buon mezzo per chi vuole ascoltare un libro mentre è occupato ad altre faccende
