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21 Set
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Intervista all'autore - Mario Mammucari -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me rappresenta un modo di impiegare il tempo e per tenere il cervello sempre in attività.
A volte mi sento emozionato dai personaggi che creo. Sembra che quasi vogliano prendere il sopravvento su di me.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nel numero sei delle "Inchieste del commissario Ercoli" non c'è nulla della mia vita reale. È tutto inventato di sana pianta. Certo il fatto che vi si parli di incendi di boschi si può far risalire agli avvenimenti recenti e passati e a quanto si dice sui piromani.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Mi sono divertito a inventare qualcosa riguardante una famiglia di nobili. Non ho però accentuato la parte negativa che mi veniva in mente. Il conte, al termine del racconto, può essere considerato un personaggio positivo, che ha avuto nella sua vita parecchie disavventure.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Non c'è stato nessun problema nella scelta del titolo. È stato conseguenziale a tutto il racconto e ai personaggi che vi ho inserito. Il piromane e sua sorella Licia.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Da ragazzo ho letto tutti i libri di Emilio Salgari, Nel periodo giovanile, quando frequentavo le scuole magistrali e l'università, quasi per necessità ho cominciato ad apprezzare i classici, anche quelli russi e americani. Non so cosa porterei con me. Opterei per un libro che ancora non ho letto. Non mi piace molto rileggere ciò che ho già letto.
 
Ebook o cartaceo?
Non farei molta distinzione tra le due possibilità. Ma preferirei il cartaceo.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho mai intrapreso la carriera di scrittore! Sono stato un insegnante nella scuola primaria e nella secondaria. Mi divertivo soltanto a inventare favole e fiabe alla moda di Gianni Rodari. I miei alunni, quelli più piccoli, si divertivano a sentire le mie storielle e, a volte, inventavano anche loro.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Dalla mia finestra vedevo un incendio che si propagava sulla montagna di fronte a me. Aerei ed elicotteri sorvolavano l'incendi versando tonnellate di acqua. Da lì venne fuori l'idea di parlare del piromane che aveva acceso tutto quel fuoco. Scrivendo, mi venne in mente che il piromane poteva essere il figlio del conte, così...
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sempre una soddisfazione avere tra le mani un libro dalla copertina patinata, colorata, con figure e pensare che dentro quel libro ci sono tutte le parole che hai digitato su una tastiera. un po' mi emozione questo fatto!
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho una sorella che si è sempre sobbarcata a questo compito, ma ho anche due figlie che hanno seguito le mie storie.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Quando vado da solo in macchina, accendo la radio e spesso ascolto la voce di uno che sta leggendo un libro. A volte sono preso dal racconto e seguo volentieri tutta la storia raccontata. Peccato però che, una volta arrivato a destinazione, il racconto devo interromperlo e non so come va a finire.
A casa preferisco il libro di carta!

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