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BookSprint Edizioni Blog

02 Mag
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Intervista all'autore - Alessio Ronzan -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Buongiorno e grazie per la sua disponibilità ad intervistarmi,
Sono nato, cresciuto e vissuto a Roma fino all’età di trentaquattro anni.
Pur avendo passato un periodo della mia vita all’estero, penso che la mia città, con la sua bellezza storico-artistica ed i suoi molti problemi, sia quella che ha lasciato l’impronta più profonda sulla mia personalità ed abbia contribuito, insieme ai miei genitori, amici e a tutti quelli che ho conosciuto, a rendermi la persona che sono oggi.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Posso citarne solo uno?
Scherzi a parte, penso che molto dipenda dai gusti personali di quell’adolescente.
Basandomi su quello che piaceva a me quand’ero un ragazzo, consiglierei sicuramente libri fantasy come La storia infinita di Michael Ende, I draghi del crepuscolo d’autunno di Margaret Weis e Tracy Hickman (della saga di Dragonlance) o le storie di Conan il barbaro di Robert Ervin Howard.
All’epoca apprezzavo molto anche i libri di fantascienza come Fondazione (del ciclo delle fondazioni) od Io, robot di Isaac Asimov ma anche storie a tinte horror come le opere di Howard Phillips Lovecraft ( I Miti di Cthulhu in primis).
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Anche in questo caso, penso che molto dipenda dai gusti personali di ogni singolo lettore.
Ad esempio, per questioni di spazio, personalmente tendo ad acquistare molti ebooks ma il feeling che ti trasmette la copia cartacea di un libro che ami non è minimamente paragonabile a quella di un ebook (in particolare per quanto riguarda i Manga ma sto divagando…).
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Personalmente, credo sia più un evento di crescita personale ed un bisogno di entrare in comunicazione con gli altri che ti può capitare o non capitare nella vita.
Ho sempre amato leggere fin da ragazzo ma non ho sentito immediatamente la voglia di raccontare una storia come ho appena fatto con la pubblicazione di: Il Protocollo Segreto - L’incontro di due mondi.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Parlando onestamente, quando ho finito di scrivere la bozza iniziale del mio romanzo, mi sono reso conto che Il Protocollo Secreto - L’incontro di due mondi era già dentro di me da molto tempo e che stava semplicemente aspettando il momento opportuno per uscire fuori.
Come ho detto in precedenza, la ragione principale che mi ha spinto a scrivere era la voglia di condividere una storia con gli altri e spero che il mio lavoro possa piacere alle persone così come è piaciuto a me scriverlo.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Direi che, come appassionato lettore non solo di libri fantasy e di fantascienza ma anche di saggi di storia ed antropologia, ho cercato di creare “un romanzo antropologico e fantapolitico”, che cercasse di raccontare al lettore alcuni aspetti caratteristici degli esseri umani attraverso il confronto uomo-macchina.
Ho cercato anche di raccontare una storia che si discostasse dal classico cliché della “macchina intelligente che dichiara guerra all’umanità” anche se, all’apparenza, tutto sembra seguire i canoni classici ma lascio ai futuri lettori il giudizio sulla buona riuscita del mio tentativo.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Forse ho già risposto a questa domanda ma vorrei aggiungere che ho iniziato a scrivere racconti brevi e fan fiction per diletto personale all’età di venticinque anni e che non ho mai avuto fin da subito il desiderio di diventare uno scrittore.
Semplicemente, in un certo momento della mia vita, ho sentito dentro di me la voglia di raccontare una storia a cui stavo pensando da tempo e di condividerla con gli altri anche se non lo avevo mai pensato o fatto prima d’ora.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Si e credo sia il momento in cui ho ideato i paragrafi introduttivi di ogni capitolo dell’opera.
Alcuni non sono stati facili da raccontare ma mi sono divertito molto a realizzarli.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, ma ho rivisto un’ampia parte della bozza iniziale perché volevo aggiungere personaggi e dettagli che avevo in mente ma di cui inizialmente pensavo di non aver bisogno per raccontare la mia storia nel miglior modo a me possibile.
 
Il suo autore del passato preferito?
Direi senza dubbio Isaac Asimov.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo sia un evoluzione interessante e con ottime potenzialità di far conoscere molte bellissime storie anche a chi non ama particolarmente leggere ma che necessita di professionisti in grado di appassionare con la loro voce gli ascoltatori.
In un audiolibro il narratore è centrale ed un artista di talento è in grado, con la sua voce, di decretare il successo od il fallimento di un opera che un lettore classico giudicherebbe ottima dopo un attenta lettura.

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