Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.

BookSprint Edizioni Blog

09 Gen
Vota questo articolo
(0 Voti)

Intervista all'autore - Alberto Alparone -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Sono un uomo molto solo ed ho la necessità di scrivere per esternare i miei pensieri.
Provo emozioni diverse a seconda di ciò che scrivo. Se narro bei ricordi sono felice, piango mentre scrivo quando ho nostalgia, altre volte mi sembra di vivere in un sogno o, come nel caso di "Albanian horror" in un incubo. Ma vivere i propri incubi può essere catartico.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
La mia vita è presente in tutto il romanzo a partire dal viaggio di Luca in Albania. Quello che gli succede è realmente accaduto a me, infatti sono stato guidato dal mio navigatore satellitare sua una strada impraticabile di montagna e ho visto la morte. Poi i fatti che narro di violenza che scatenano vendette, sono tutte metafore di ciò che ho veramente vissuto, io vittima e carnefice, seviziato e assassino, io sono tutti i personaggi che si incontrano nell’incubo che ho descritto: sono Filippo un cretino che non riesce ad avere una relazione con una donna e si innamora di una bambola sessuale, Luca che nel viaggio di cui vi dicevo si imbatte in una donna cannibale, Zero un folle che si rende schiavo di una donna, Razi un poliziotto che odia tutti.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Nella mia vita troppe volte ho dovuto subire umiliazioni, cattiverie gratuite, diffamazioni e violenze psicologiche, mi dicevo: “E’ Dio che tramite queste persone malvagie mi mette alla prova”, ed ero tranquillo, sapevo che mai avrei dovuto sopportare sofferenze superiori alle mie capacità di resistervi.
Poi, però, mi sono accorto di non essere stato in grado di resistere e che il male si era radicato in me. Nel mio cuore era rimasto solo rancore ed odio, Satana mi aveva conquistato.
Allora mi sono chiuso in me stesso e ho guardato il mondo con gli occhi del demonio, è stato un incubo che ho descritto in "Albanian Horror", in questo romanzo non c’è nulla di positivo, si assiste al trionfo del male.
Poi… mi sono svegliato, ero ancora turbato, e ho guardato Satana negli occhi, nei suoi spaventosi occhi rossi come il fuoco e finalmente ho trovato la forza di dirgli: “Esci da me… Vattene!”.
Leggendo il mio incubo, "Albanian horror", ho realizzato che il male non porta da nessuna parte se non all’inferno. Il mondo visto da Satana è orribile. Sono sicuro che anche chi leggerà il mio romanzo quando si sveglierà potrà trovare l’ardire di rifiutarsi al demonio e si renderà conto che la sua vita non è poi così brutta, anzi… è bellissima.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
E' stata una scelta molto rapida. Il romanzo era un horror, e gran parte delle vicende si svolgevano in Albania, ho pensato al film "American Beauty" e in quel momento è nato il titolo "Albanian horror".
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sarebbe scontato rispondere la Bibbia. Ma essendo su un'isola deserta senza possibilità d'amare preferirei avere con me il mio libro preferito: "Il tamburo di latta " di Günter Grass. È intrigante, ogni volta che si legge si scoprono cose nuove, mi piace veramente tanto.
 
Ebook o cartaceo?
Un libro di carta è sicuramente meglio, lo si può prendere in mano, tenere sul cuore, piangerci sopra senza paura che si bagnino i circuiti elettronici.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Scrivo da più di 20 anni, ma da poco ho deciso di pubblicare i miei lavori. I primi erano rivolti all'infanzia e all'adolescenza, gli ultimi agli adulti. Ora ne sto scrivendo nuovamente uno per bambini. Comunque non mi sento uno scrittore professionista, mi piace scrivere e disegnare perché ho poche possibilità di parlare con le persone. Sono quasi un eremita.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ho scritto il racconto "Il percorso più breve" che poi è stato pubblicato, senza pretenderne i diritti, su un'antologia horror, narrava della mia spiacevole avventura in Albania quando sono stato guidato dal mio navigatore satellitare su una strada impraticabile di montagna e ho visto la morte. Quell'episodio mi aveva sconvolto, dopo averlo vissuto se, guidando, mi trovavo di fronte una strada ripida cominciavo a tremare e mi dovevo fermare. Questi attacchi di panico sono durati anni. Ho deciso poi di modificare un po' il racconto e di narrare i suoi antefatti e ciò che era accaduto dopo e così è nato "Albanian horror"
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
In realtà è una bella emozione che già ho provato. Ho scritto 9 libri e questo è il settimo pubblicato. Spero che piaccia, io lo trovo interessante, intrigante e utile per riflettere.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Un amico di mio nipote campione di scacchi che ama scrivere critiche cinematografiche e di libri. Ha adorato "Albanian horror". Scriverà una critica quando sarà stampato.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto interessante specialmente se la narrazione è avvincente come in "Albanian horror", che almeno garantirebbe, a chi lo ascolterebbe, di restare ben sveglio. Purtroppo in molti altri casi l'audiolibro è solo una ninna nanna che concilia il sonno.

Acquista il Libro sul nostro ecommerce

 

 


Lasciaun commento

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che
non possono impegnare pertanto l’editore, mai e in alcun modo.

Le immagini a corredo degli articoli di questo blog sono riprese dall’archivio Fotolia.

 

BookSprint Edizioni © 2023 - Tel.: 0828 951799 - Fax: 0828 1896613 - P.Iva: 03533180653

La BookSprint Edizioni è associata alla AIE (Associazione Italiana Editori)