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27 Dic
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Intervista all'autore - Alfio Profeti -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Premetto che ho insegnato Filosofia e Scienze Umane fino al 31/08/2022, dopo di che, per aver maturato l'età di 67 anni, mi sono trovato in pensione.
Nei primi mesi del 2022, purtroppo, ho vissuto un momento tragico della mia vita: mia sorella gemella, la Prof.ssa Elena Profeti, nel giro di poche settimane, è venuta meno. I giorni intercorsi tra la lotta combattuta per la salute di mia sorella e la fine dell'anno scolastico sono stati affrontati psicologicamente come se fossi stato anestetizzato. Il contesto politico che si è risolto con la fine del governo Draghi e le inevitabili elezioni, hanno provocato in me una sorta di risveglio, suscitando in me la necessità di scrivere per coinvolgere i cittadini ad un impegno elettorale costruttivo. Per questo, man mano che venivo a scrivere gli articoli che compongono il saggio, ho maturato l'utilità di un testo critico per l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole pubbliche.
Il modello di riferimento è stato il saggio di Bauman Zygmunt "Cose che abbiamo in comune", pubblicato da Laterza nel 2013.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito i momenti più favorevoli sono il mattino ed il pomeriggio. Ma a volte, se il bisogno di scrivere è particolarmente urgente, prolungo il mio sforzo anche di notte.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sicuramente lo studioso che ho preso come modello è Bauman Sygmunt.
 
Perché è nata la sua opera?
Come ho già detto, il mio impegno è stato determinato dalla necessità di favorire nelle nuove generazioni, come in quelle più anziane, un momento di riflessione e di confronto per promuovere una coscienza civile.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente, come ho già detto, le circostanze della crisi sociale, politica ed economica del nostro paese hanno favorito in me la maturazione e la realizzazione del saggio.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Sicuramente per il sottoscritto lo scrivere ed approfondire gli argomenti che vengo a prendere in esame, è stato ed è una sorta di terapia che mi aiuta a superare la perdita di mia sorella.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Ritengo che ogni scrittore, direttamente od indirettamente, proietta inevitabilmente in ciò che scrive parte di sé.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La persona che mi ha sorretto e stimolato in questo impegno è stata e sarà mia sorella che è presente nel mio cuore in ogni momento del giorno.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Quello che ho scritto l'ho fatto leggere ad amici, alle mie collaboratrici e ad alcuni colleghi, che, man mano che sviluppavo il saggio, mi hanno incoraggiato ad andare avanti.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Dal mio punto di vista il testo, qualunque sia la sua forma, è un mezzo di crescita che aiuta a rimuovere i pregiudizi presenti in ognuno di noi.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Gli audiolibri sono molto utili sia per chi ha difficoltà nel leggere, sia per chi ha anche la possibilità di leggere il cartaceo, perché favorisce la riflessione, a condizione che la persona non si addormenti durante l'ascolto. Ma per evitare questo inconveniente è importante che il testo sia letto in modo appropriato.

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