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06 Dic
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Intervista all'autore - Orietta Cicchinelli -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Figlia di contadini, vengo da un paesino dell'Abruzzo, Castronovo Valle Roveto, dove ho trascorso i primi 18 anni della mia vita. Mi sono trasferita a Roma che avevo 19 anni, dopo la maturità Classica.
Laureata in Scienze Politiche a La Sapienza di Roma, lavorando per mantenermi agli studi. Sognavo di volare e, poiché l'Accademia Aeronautica era ai tempi inaccessibile per le donne, ho ripiegato (si fa per dire) sul giornalismo. Un altro modo di volare! Così ho superato la selezione all'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino (diretta dal grande cronista Silvano Rizza) e, con una buona borsa di studio, ho potuto fare i miei stage al Messaggero di Roma, al Tg3 Lazio, a L'Informazione di Pendinelli. Nel 2000, con il direttore Fabrizio Paladini e un manipolo di coraggiosi, abbiamo fondato il 1° freepress d'Italia. Metro, dove, ad oggi sono responsabile degli Spettacoli di Roma. Nel frattempo, prima di Ginestrina, ho pubblicato: La Madre (racconto selezionato dal Salone Internazionale del Libro di Torino per la Biblioteca delle Donne); Hijo de Puta-La parabola di un legionario; Il Karma in un paio di scarpe, storia vera del 1° camorrista dissociato (Lupetti e Tuga edizioni). Quest'ultimo adottato in diversi licei della capitale. Oggi ho anche l'attestato Vds per pilotare ultraleggeri: sognare è potere!
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un orario, a parte quello di lavoro in redazione a Metro... Scrivo solo quando ho urgenza di farlo. Né prima né dopo.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un solo autore preferito. Mi piace leggere un po' di tutto...
Charles Bukowski a Camilleri, passando per Nick Hornby, Garcia Marquez, Isabelle Allende, Daniel Pennac...
L'elenco è davvero lunghissimo. Basti pensare che nella mia casa romana un'intera stanza è adibita a libreria!
 
Perché è nata la sua opera?
È nata per l'esigenza di raccontare una storia che penso (mi hanno detto) possa emozionare non solo le donne...
Dentro Ginestrina batte un cuore poliedrico, dove molti si possono ritrovare, come anche è accaduto con il mio primo racconto editato, La madre.
Passioni, dolori, amori e lutti ci investono quotidianamente e, forse, condividerli può far bene non solo a chi li ha attraversati già.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi che ha influito al contrario: l'esigenza di uscire da un mondo contadino che mi tarpava le ali, la voglia di affermare me stessa, malgrado e nonostante, mi hanno dato una grande forza motivazionale.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Da cronista, prima che scrittrice, mi piace partire dalla realtà...che, poi, ha molta più fantasia di noi, a ben guardare!
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto. Ma Aurora, la protagonista di Ginestrina, non sono io! Certo lei ha molto di me, ma anche tanto di donne e ragazze che ho incontrato nella mia carriera da cronista e non solo... Ci sono le mie origini, il mondo contadino e la fatica che si fa per emergere in questa società se si viene dal passo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sicuramente l'incontro con Vincenzo Cerami (grande poeta, autore e sceneggiatore) è stato determinante perché prendessi il coraggio a far uscire i miei scritti. Mi ha sempre spinta il tal senso: ho frequentato (come assistente) i suoi corsi di scrittura creativa e ho preso molto da lui... Ho anche lavorato con lui alla realizzazione di un sogno: Il teatro famiglia di Spoleto. Portare a teatro la gente era per lui una missione. Più del cinema! Insieme abbiamo organizzato anche una mostra-mercato del fumetto a Palazzo Mauri, sempre nella splendida cittadina umbra. E tanto altro...ma questa è un'altra storia!
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A Vincenzo Cerami, per quanto riguarda la prima parte. E poi a una cara amica che è stata anche la mia prima correttrice di bozze: Federica!
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente si va in questa direzione. Anche se io, avendo attraversato già due rivoluzioni, passando dalla macchina da scrivere al computer (e al telefono che uso spesso per scrivere articoli al volo durante le conferenze stampa o le interviste), faccio fatica ad adeguarmi.
La pagina scritta e stampata per me continuerà ad esercitare un grande fascino. Sarà come per la musica: dal supporto vinile al cd, per passare al digitale, con ritorno da collezionisti al supporto fisico. Il classico album vive ancora. Credo che anche il libro scritto resterà, magari per pochi cultori.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima occasione per "acchiappare" anche un pubblico pigro, soprattutto tra i più giovani. Ottimo strumento per chi, andando avanti con gli anni, ha sempre più difficoltà a leggere...
Non credo, comunque, che uno strumento escluda l'altro: offre solo più possibilità di lettura. Come la tv non ha ucciso il teatro né la pay tv hanno fatto scomparire il cinema, così l'audiolibro non farà sparire il classico libro scritto. Sono tutti mezzi diversi. Tutti utili per qualcuno.

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