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BookSprint Edizioni Blog

06 Dic
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Intervista all'autore - Milvia Gandolfi -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
"L'illusa" è il mio primo manoscritto, al quale spero di dar seguito con altre opere, magari maggiormente strutturate.
Nel caso specifico rappresenta la volontà di dare un senso ad una parte della mia vita, pregna di intriganti novità e grandi sofferenze, che hanno accelerato il mio processo di crescita, sia a livello umano che formativo.
Scrivendo ho rievocato alcune situazioni che hanno suscitato in me forti emozioni, sia negative come la rabbia, che positive come la speranza e la serenità ritrovata.
Questo racconto rappresenta per me un riscatto morale, il desiderio di dare significato, attraverso la scrittura, a determinate situazioni che altrimenti sarebbero rimaste catalogate, dentro di me, come "inutili e insensate".
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro è narrata, con una componente fantastica, una parte importante della mia vita, nella quale ci sono stati rilevanti cambiamenti, sia per me che per le persone a me vicine.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Attraverso questo manoscritto ho potuto analizzare certe situazioni vissute in modo (quasi) istintivo e poco consapevole, momenti di vita che avrei voluto rinnegare e cancellare definitivamente.
È stato necessario ripercorrere idealmente il mio vissuto per poterlo finalmente riconoscere e giustificare.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata combattuta, inizialmente avevo titolato il manoscritto "La lupa", considerando l'antagonista del racconto l'interprete principale, in realtà, attraverso un'analisi più profonda, ho maturato la convinzione che Anna è al centro del racconto, nonché artefice inconsapevole del suo destino.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ho letto volentieri e rileggerei alcune opere di Irène Némirovsky e di Paulo Coelho, entrambi in grado di suscitare forti emozioni nel lettore, seppur con stili differenti.
 
Ebook o cartaceo?
Sicuramente cartaceo!
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho pensato di utilizzare la mia capacità espressiva, per raccontare e analizzare situazioni reali in cui i sentimenti giocano un ruolo fondamentale.
Lo scorso anno ho iniziato ad abbozzare il mio manoscritto che ha preso forma negli ultimi mesi.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Dopo tanti anni di silenzio, un uomo che ha condizionato irreversibilmente la mia vita, ha iniziato a farsi sentire di nuovo, dimostrando la stessa leggerezza e spudoratezza di un tempo. Al telefono si è rivelato lo stesso di diciotto anni prima, bisognoso, come allora, di piacevoli evasioni e trasgressioni, sempre pronto a mentire per esaltare sé stesso e la propria famiglia. Un uomo di scarso spessore, che non si è evoluto positivamente, che è rimasto nel limbo dell'ambiguità.
Le telefonate sono servite a rivelare il divario che si è creato tra noi, sia culturale che emotivo, mi sono concessa giusto il tempo di rendermi nuovamente conto che non ho perso nulla di importante, che la mia libertà vale mille volte quell'uomo narciso ed irrisolto.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sto provando grande soddisfazione, ancor prima di avere il consenso dei lettori.
Mi sono messa alla prova, ho capito di avere delle potenzialità da accrescere e manifestare attraverso la scrittura o altre forme espressive.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ho fatto leggere il manoscritto ad una collega che stimo, ho chiesto il suo parere, mi ha spalleggiata e incoraggiata a pubblicare.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia positiva e inclusiva, sicuramente più dell'Ebook.

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Giovedì, 07 Dicembre 2023 | di @BookSprint Edizioni

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