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BookSprint Edizioni Blog

06 Ott
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Intervista all'autore - Augusto Salati -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Credo che ci sia chi decide di fare lo scrittore e chi scrive per necessità.
La stessa cosa accade per il mondo dell'Arte e infatti, feci il mio primo dipinto ad olio all'età di otto anni, Una delusione, ma da quella senza l'aiuto di maestri riuscii per una naturale necessità più che caparbietà a fare i miei primi dipinti che chiamavo morandiani. Successivamente, per quella ragione umana di conoscere approdai ad esperienze di tradurre in Pittura, la Musica, e ad altre forme d'Arte tra le quali la Scultura, la Grafica, l'Installazione ecc.
La Scrittura avvenne quasi parallelamente all'Arte, da ragazzo scrivevo dei brevi versi di sapore leopardiano e successivamente inizia a scrivere brevi racconti, ai quali si aggiunsero altri più lunghi fino ad approdare al romanzo, uno dei quali, scritto cinquanta anni fa, è stato pubblicato ora con le Edizioni Book Sprint.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sono molto istintivo, non programmo mai, quando sento di avere delle idee per scrivere, quella è la volta buona di mettermi al Computer e starci anche ore.... A volte mi capita di alzarmi di notte perché assalito da pensieri adatti a quello scritto o alla Pittura. Non mi sento un impiegato scrittore.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Paradossalmente, non ho scrittori preferiti, per me tutti mi lasciano qualcosa, nonostante che a volte non finisco nemmeno di leggerli, Sono molto irrazionale, e tuttavia se devo confessare chi mi ha dato la spinta a scrivere sono stati John Fante, Witold Gombrowicz e Pessoa.
 
Perché è nata la sua opera?
Sono un pessimista per natura e mi ritengo non conforme alla società del '900 e meno che meno all'odierna. Molto è stata dettata dal perché tanta gente che aveva le stesse qualità e capacità di espressione, non ha avuto la stessa fortuna di chi ha raggiunto quello che voleva. (Penso ad es. a Morselli) Ho sempre pensato a un grande intellettuale, poniamo Leopardi, se non fosse nato in una famiglia come la sua, ma fosse stato figlio di un contadino, avremmo avuto tale grandezza d'uomo? Il libro è nato da queste riflessioni.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
direi nessuna, ho sempre pensato al passato, non ho una Cultura moderna che non mi piace…. Forse dalla modernità ho appreso, la maggiore ingiustizia vigente.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me non è una evasione, perché come ho detto sopra, è una esigenza del mio essere scrivere, mi è connaturale. La realtà è un motivo per raccontare la mia realtà, che al di là dello sviluppo tecnologico, è la realtà di sempre: quella Umana delle diversità delle nascite e quelle delle ingiustizie delle società in cui si vive.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto di quello che penso è in questa storia, una storia povera nel senso non intellettualistica, e povera anche nel senso oggettivo, essendo ambientata in una imprecisata Borgata, del 1700.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, eventualmente più di qualcuno, qualcosa che risponde alla ingiustizia della nascita.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
prima di tutto a mia moglie e alle mie figlie, successivamente a degli amici, soprattutto amiche, che, avendolo postato a puntate su FB, non aspettavano altro di leggere il seguito, è stata una bella esperienza!
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di sì, tuttavia per una maggiore libertà il cartaceo sarà sempre utile.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro va bene per chi è disposto a passare ore davanti al Computer.

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