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BookSprint Edizioni Blog

04 Set
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Intervista all'autore - Gino Garofalo -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La povertà degli stimoli ambientali, sociali e culturali impediva anche di volgere lo sguardo verso l'infinito che può essere solo immaginato,
specialmente quando si ha la sensazione di vivere in una stanza scura che non ha niente da invidiare a una prigione dove si vive la solitudine e il vuoto dei rapporti, degli amici, dei desideri, degli affetti, dell'amore e dello spettacolo della natura. L'unica strada per salvarsi diventa la fuga offerta da una fantasia coraggiosa che riesca ad alimentare la forza della ribellione contro momenti di disperazione per far emergere la voglia di conoscenza e di solidarietà. Di grande aiuto diventavano anche gli eroi che ognuno si cercava: Un calciatore famoso, un poeta, un partigiano, uno scienziato, un capo degli indiani, un navigatore, Garibaldi e così via. Io ho pescato fra questi che mi hanno consentito di diventare eroe di me stesso, offrendomi la possibilità di emergere dal burrone in cui ero sprofondato con la morte di mia moglie che ho fatto continuare a vivere scrivendo la sua storia.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
All'alba, quando i sogni della notte si mescolano con gli impegni quotidiani, la mia mente, vagando in modo superficiale da una situazione all'altra per stabilire un ordine nelle cose da fare, si sofferma più attentamente sulle attività importanti che richiedono freschezza nei pensieri, nelle idee, nei ricordi e nella scrittura.
Riesce così a sintetizzare delle idee ottimistiche e progetti realizzabili che determinano una presa di coscienza della mia potenzialità accompagnata da una maggiore fiducia sulla capacità espressiva che mi spinge a scendere con entusiasmo dal letto per annotare sui fogli di un taccuino i pensieri dominanti e importanti per qualsiasi attività umana: e soprattutto per quella di scrittore 'per forza'.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
'L'equazione del cuore' di Maurizio Degiovanni viveva già in me prima che fosse pubblicato il libro. Anche io, nel corso della mia vita ho dovuto lottare con gli affetti, le delusioni, le vittorie e le sconfitte, le amicizie, tutte variabili che hanno gestito i battiti del mio cuore, fortificandolo o indebolendolo. La vita è bella per la sua imprevedibilità e variabilità, altrimenti diventerebbe schiava dell'abitudine, che potrebbe anche giustificare l'uso di una formula matematica per poter leggere nel nostro futuro.
 
Perché è nata la sua opera?
Le letterine di Natale, lette da ciascun familiare e pensate da me per riempire il vuoto lasciato da mia moglie, determinarono una commozione simile a quelle vissute nel passato, come se fosse stata presente la sua anima: esse diventarono perciò il seme dal quale poi è nata l'opera. Inizialmente però quel seme stava marcendo in una realtà difficile, complicata e dominata dalla solitudine, depressione, stanchezza e rabbia, che però determinarono, con il passar del tempo, una reazione e uno stimolo alla ricerca di nuove motivazioni per dare un significato gratificante alla mia vita condizionata da un oscurantismo totale. La nuova situazione diventò più favorevole per far nascere e crescere quella piantina che ha portato alla creazione dell'opera.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Le mie ali mi sono spuntate solo nell'ultimo anno della scuola media e mi hanno consentito di volare in alto e di allargare sempre di più gli orizzonti della mia vita, andando oltre il mio paese e sostando nei capoluoghi della mia provincia, della mia regione e della mia patria come soldato. Dovunque andavo la mia curiosità andava a braccetto con la voglia di conoscenza facendomi uscire dal guscio oscuro di un paese prigioniero delle sue abitudini immutabili.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Se si vuole raccontare una storia bisogna viverla in prima persona o immaginarla di averla vissuta con il rischio però di aver trovato un modo per evadere da una realtà considerata deprimente, ostile nei propri confronti e modificabile per assecondare la voglia di adattarla alle proprie esigenze e alle proprie aspettative, perdendo di vista l'importanza di una narrazione rispettosa del canone dell'obiettività.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
La protagonista principale è raccontata con la forza narrativa determinata da flussi di emozioni e flussi di esperienze personali e familiari, che variano in continuazione per intensità e per importanza, intrecciandosi fra loro in un modo irrazionale e istintivo. Perciò l'ansia, la speranza, la serenità, la solidarietà e la condivisione delle sensazioni provate da tutta la famiglia sono sparse fra le righe del romanzo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Senza la presenza virtuale della protagonista, il libro avrebbe avuto solo una bella copertina. Mia moglie è stata la mia Musa ispiratrice, specialmente nel primo Natale vissuto con l'assenza della sua voce generatrice di spensieratezza e di amore verso Dio: È lei la fonte che ha fatto scorrere i pensieri riportati da me nelle letterine indirizzate a ciascun membro della famiglia, che quella notte si era impreziosita anche della presenza della sua anima.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo a leggere il romanzo è stato chi l'ha scritto. L'uscita del libro è avvenuta grazie alla condivisione e alla collaborazione virtuale di mia moglie, l'ispiratrice principale dei flussi di ricordi, di esperienze e di emozioni espresse nella sua vita con semplicità e compostezza: Viverle insieme a lei è stato esaltante, scriverle è stato doloroso, leggerle è stato fortemente emozionante. E le rileggerò ancora per rivedermi in compagnia di Maria che continuerà così la sua vita su questa Terra che lei amava tanto. Le emozioni sono state dispensatrici di tenerezza, ma mi hanno fatto rivivere momenti indimenticabili come se Maria fosse al mio fianco, mano nella mano, con la sensazione che si prova quando si vede per la seconda volta un film d'amore commovente. Alla fine ho compreso che rileggere la storia fa piacere anche al cuore che batte con più allegria.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Nel passato, durante la mia infanzia, i libri erano merce rara e né si poteva frequentare una biblioteca.
Oggi è una occasione da non lasciarsi sfuggire per poter leggere i 'Promessi sposi' sul proprio telefonino, compagno inseparabile, mentre si gode, seduti su una pietra comoda, dell'ombra di una quercia secolare, con la sensazione di essere immersi nella stessa scena naturale vissuta da Renzo e Lucia.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro aggiunge una sensazione in più rispetto all'ebook: La modulazione della voce del lettore diventa un fattore coinvolgente nel vivere le emozioni nascoste nelle pagine di un libro.

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