Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Nata a Varese l'11 Febbraio del 1978, la Vita mi ha riservato infinite avventure fin dal primo giorno, ma questa è un altro racconto.
Sono una sognatrice ad occhi aperti tanto quanto una persona appassionata al significato di ogni presente: la mia vita colma di prove mi ha portata ad essere certa che ogni evento ha un buon fine quindi la ricerca di questo “buon fine” mi fa vivere ogni giorno come una nuova avventura.
Figlia, sorella, moglie, madre e amica, finito il Liceo Artistico sono entrata subito nel mondo del lavoro e dopo diverse esperienze ho trovato la mia strada come addetta alle pulizie.
Mariateresa, la mia maestra delle scuole Elementari, mi ha sempre incoraggiata a scrivere aiutandomi a migliorare i miei pensieri soprattutto insegnandomi ad ascoltare ed esprimere ogni sentimento racchiuso in ognuno di essi.
Alle scuole medie ho avuto la grazia di incontrare un'insegnante di Italiano tanto severa quanto appassionata alla sua materia e da lei ho imparato a ricercare i giusti vocaboli per esprimermi al meglio.
La prematura morte di un caro amico ha segnato poi l'inizio dei miei scritti: poesie, pensieri, sfoghi, parole al vento, pianti, sorrisi, gioie e dolori, amori e dissapori, tutto riversato sulla carta.
Varese, la mia città, è sempre stata mia complice: fin da ragazzina, appena potevo mi rifugiavo a pensare, cantare o scrivere da sola in qualche luogo riservato della città come i Giardini Estensi o la via del Sacro Monte o la grotta della Madonna di Lourdes della mia parrocchia piuttosto che i sentieri della valle sottostante il mio paese.
Il 2002 è stato un anno di svolta: mi sono sposata e sono diventata mamma ma non ho “perso la penna”. Sicuramente in quel periodo è un po' cambiato il contenuto dei miei scritti: erano più diari di una mamma e racconti di momenti belli alternati a quelli più difficoltosi talvolta espressi in poesie.
Ho un po' abbandonato per qualche anno questo mondo troppo presa dalle vicende della vita.
Un paio d'anni fa, reduce da una serie di eventi particolari e nello stesso tempo serena di fronte agli stessi, ho ripreso a scrivere più assiduamente.
Non riesco, anzi è più probabile che non voglia propria smettere.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esiste un momento particolare o prestabilito.
Posso dire con certezza che i più gettonati sono la notte e l'alba, probabilmente perché sono gli unici momenti liberi da ogni altra “distrazione”.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Purtroppo problemi fisici mi hanno allontanata un po' dalla lettura di libri ma fino a qualche anno fa leggevo molto; il mio autore preferito è Richard Bach.
Perché è nata la sua opera?
“I colori della scrivania di Luca” è nata per due motivi.
Il primo perché mentre lavoro la mia mente vaga e nel suo vagare “fissa” dei pensieri che annoto su post-it per poi rielaborarli a casa.
Il secondo motivo è perché, dopo aver postato sui social alcuni dei miei elaborati, qualcuno ha insistito affinché ne facessi un libro, qualcosa che rimanesse.
Non ero assolutamente ne pronta ne intenzionata a questo per paura di apparire ma poi la richiesta è arrivata da più persone e contemporaneamente mi sono benevolmente imbattuta nella proposta di una casa editrice, questa casa editrice; credo nel Destino e tutto ciò non potevate essere solo un caso, così ho preso coraggio e fiducia in me stessa e ho scritto. Ciò che ne è nato va oltre ogni mia immaginazione iniziale.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Essendo assolutamente autodidatta non posso parlare tanto di formazione letteraria oltre a quella scolastica, piuttosto ascolto la vita e ricerco vocaboli, derivazioni, significati degli stessi in modo da far percepire ogni singolo sentimento, lo stesso che provo nell'istante in cui scrivo.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose, dipende dai momenti; nel mio caso è per la maggior parte delle volte la seconda.
Quando scrivo è come se andassi nel profondo di ciò che racconto, come se entrassi nell'aneddoto per portare alla luce ciò che si nasconde in esso.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto. Credo che chiunque legga “I colori della scrivania di Luca” potrà dire di conoscere il pensiero di fondo del mio cuore, non tanto la mia vita ma il mio pensiero sì.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì: una mia carissima amica, anzi Amica, che mi conosce dal giorno in cui sono nata.
Come ho già raccontato, pubblicavo sporadicamente qualche pensiero su alcuni social e lei più di una volta mi ha chiesto di farne una raccolta.
Non mi sentivo “all'altezza” di un libro e ho sempre tergiversato, finché un giorno ho deciso di provarci ed eccomi qua.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Partendo dal fatto che il mio non è un romanzo ma una raccolta di pensieri, meditazioni e bizzarri sofismi, la prima persona che l'ha letta è stato mio marito; lui non ha timore di dirmi ciò che pensa e se avessi passato ogni sua critica positiva o negativa che fosse, avrei trovato il coraggio di buttarmi in quest'avventura.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In cuor mio spero che il cartaceo non scompaia e questo un po' lo vivo a casa: avendo tre figli sui vent'anni e vedendo le loro preferenze non sempre elettroniche, anzi piuttosto il contrario mi viene da pensare che anche qualora l'ebook prenderà il suo posto nel mondo, il cartaceo rimarrà sempre il preferito, sicuramente il mio preferito.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho pareri quasi contrastanti a riguardo.
Da una parte è un traguardo positivo se si pensa a tutti coloro che hanno problemi fisici di diversa natura, più o meno gravi.
Dall'altra lo vedo un po' limitativo, un ostacolo alla fantasia, al farne parte in ogni momento che si vuole, (personalmente non riesco ad “entrarci dentro”) come limitarne la ricerca di significati piuttosto che l'annotarsi determinate sensazioni o impressioni da poter riprendere in mano in qualsivoglia momento.