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26 Lug
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Intervista all'autore - Lorenza Terrile -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Credo che sia un canale di comunicazione creativo che già lo hai in dotazione alla nascita, così come il gusto per la lettura.
Da piccola sapevano che adoravo leggere e mi regalavano sempre libri per le festività: soprattutto classici per ragazzi. Anche se io leggevo un po' tutto. Ero molto curiosa e già a partire dalle classi elementari ero abituata a scrivere i miei pensieri. Sono cresciuta per lo più in campagna, nell' entroterra genovese e la natura è sempre stata presente nei miei giochi, nel mio back ground educativo e nei miei momenti di gioia come di sconforto. Una maestra impareggiabile.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c’è un momento particolare è piuttosto un impulso generato da un susseguirsi di pensieri e immagini. Può capitare in qualsiasi momento.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace lo stile di Camus. Il suo celebre libro "lo straniero" rappresenta bene anche il mio stile.
 
Perché è nata la sua opera?
Il mio libro è nato nel corso di questi ultimi anni (pandemia compresa), anni in cui tutti siamo stati messi alla prova, chi più chi meno. In cui ognuno si è trovato di fronte alle proprie paure e fragilità ma anche ha potuto mettere alla prova i suoi punti di forza. Ho osservato molto alcuni aspetti della realtà quotidiana, e semplicemente li ho descritti calcando un po' la mano sull' ipocrisia presente in ognuno di noi, sul senso del tragico rendendolo però talmente surreale da risultare a volte comico.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Parecchio. Ho sempre lavorato con persone sofferenti di disturbi psichici o con altre patologie neurodivergenti. Talvolta ho notato che non esiste poi una grande differenza con la normalità tanto auspicata dalla gente, se non nell' intensità di come si vive la quotidianità e gli eventi succedenti. Anche nel mio background familiare vi sono casi di Asperger (ex denominazione per definire l’autismo ad alto funzionamento. Quindi per me è normale pensare che la realtà è filtrata dalle nostre emozioni e dal significato simbolico che diamo agli avvenimenti. Spesso poi il mondo onirico, il sogno è un interprete importante su come noi elaboriamo i nostri vissuti.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambi. In questo caso però è un modo per entrare dentro la realtà fino a scarnificarla. Da tutto.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In ciò che ho scritto molto ma non tutto. Nel modo in cui ho scritto tutto.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia nonna e in generale le persone con cui ho lavorato come educatrice in questi anni.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al professor Silvano Solari, psicologo, docente universitario esperto nell' autismo soprattutto. Ha pubblicato anche con Eriksson casa editrice. Lui ha scritto la prefazione del mio libro, è stato molto gentile e mi ha detto che i miei racconti gli sono piaciuti tantissimo. Lo ringrazio pubblicamente per la sua disponibilità.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo. I libri hanno anche una consistenza, un’odore, una esplorazione fisica a cui è difficile rinunciare
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L audiolibro è una bellissima invenzione soprattutto lo devo affermare in quanto educatrice di bambini; vi sono casi di dislessia o altri deficit di attenzione in cui il poter ascoltare il libro invece che leggerlo aiuta tantissimo questi bambini a non rimanere indietro con lo studio o a poter comprendere un classico

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