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BookSprint Edizioni Blog

13 Lug
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Intervista all'autore - Giuseppe Medile -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura, per me è ed è stata la mano tesa che mi ha salvato dalla pazzia e dal baratro della solitudine.
Con essa ho ritrovato il coraggio di restare "sveglio" riuscendo a non perdermi nella disperazione.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In questo libro si rispecchia il mio carattere ribelle. Correvo con la mia incosciente gioventù verso traguardi impossibili. La sfida ancora oggi si scontra contro i fantasmi della mia infanzia, quei ricordi ancora vivi dentro di me, e che si manifestano sempre di più con rabbia.
Per dirne una mi riferisco alla sofferenza dei miei genitori, che nella loro povertà mi davano tutto il pochissimo che avevano. E tutto questo ha segnato indelebilmente il mio cammino, portandomi a cercare con la forza ciò che non ho mai potuto avere.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opera ha dimostrato a me stesso, che tutto il considerato impossibile, con la fantasia si riesce a "volare nel mare e nuotare nel cielo"
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo "giovani dannati" è nata all'improvviso, forse perché osservando tutte le bruttezze che mi circondavano, mi accorgevo che tutti quelli intorno a me avevano lo stesso sguardo, la stessa andatura, e il sorriso sempre forzato assomigliava più ad un ghigno che ad un segno di gioia.
Sembravano i dannati in un inferno dantesco, e io insieme a loro.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In un’isola deserta il libro che desidererei avere, sarebbe quello che scriverei in quel contesto.
 
Ebook o cartaceo?
Senza dubbio, cartaceo!
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Erano momenti difficili per me, nel luogo dove si contano i passi che finiscono sempre contro un muro di cemento, la compagnia di una penna e alcuni fogli mi hanno insegnato a parlare con i miei pensieri. Ho capito che lo scrivere mi rendeva libero e potevo essere chiunque, potevo dire ciò che volevo e fotografarlo proprio in quei fogli.
Ho anche capito che un uomo non potrà mai essere libero completamente, in quanto sarà sempre prigioniero delle proprie responsabilità.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Durante la mia vita ho sempre provato a mettermi in gioco. Un giorno a scuola, nel luogo dove mi trovavo, dopo aver compilato un compito di italiano, la professoressa mi gratificò dicendomi che potevo diventare uno scrittore per la maniera di come mi esprimevo con la scrittura. Questo fu l'input che mi ha indirizzato a scrivere libri e convincermi che quella prof aveva ragione.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Il libro e un intarsio di parole che, mescolate tra loro partoriscono la trama di una storia che esisteva già nella mente, e quando si arriva alla parola fine ti rendi conto che hai creato una creatura che ti somiglia.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La persona che ha letto il mio primo libro" I giocattoli di Dio" è stata la prof. In seguito è riuscita a incitarmi a continuare e ora con "I giovani dannati" siete arrivati voi della BookSprint.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audio libro e per coloro che amano più ascoltare che leggere. Ma solo un grande audio-lettore riuscirà a trasmettere la vera emozione dello scrittore.

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Giovedì, 13 Luglio 2023 | di @BookSprint Edizioni

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