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BookSprint Edizioni Blog

02 Mag
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Intervista all'autore - Samuele Schiavon -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Padova nel '68. Ho amato fin da bambino praticare sport e a 9 anni ho iniziato la mia carriera di rugbista.
Non ho mai amato la scuola ma comunque ho concluso il mio percorso di studi diventando infermiere di Sala Operatoria.
All'età di 30 anni, ho iniziato a scrivere piccoli racconti traendo ispirazione da quello che mi succedeva attorno.
Amo molto la storia egizia ed ho studiato anche qualcosa relativa al popolo Maya.
Dopo la morte di mio padre, ho iniziato a scrivere più seriamente; nelle pagine bianche riuscivo a dare uno sfogo alla rabbia che mi stava letteralmente annientando. Scrivo tutto a penna e poi riporto sul PC; lei, la mia penna, è una stilografica della Parker ed è la mia migliore amica!
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Purtroppo, lavorando fino alle 16 del pomeriggio posso dedicare alla scrittura le ore serali, il sabato e la domenica mattina.
Mi rendo conto però che quando scrivo alla mattina le idee sono moto più limpide e fluenti nella mia mente e quindi sfrutto queste ore per rivedere quanto scritto in precedenza ed apportare le opportune modifiche
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Dan Brown, Robert Ludlum, John Grisham, li sento molto vicini al mio modo di scrivere o forse è meglio dire che io sono molto vicino a loro; ma ho letto moltissimo anche Wilbur Smith, soprattutto i romanzi che trattavano dell'Egitto.
Poi, Ian Fleming mi ha ispirato forse più di tutti.
Direi quindi che le mie ispirazioni sono state guidate sia da scrittori contemporanei che da autori un po’ più datati
 
Perché è nata la sua opera?
Fondamentalmente per sfogare la rabbia di aver perso una persona "necessaria" della mia vita. Non ho usato a caso questo termine; mio padre era per me una guida. Tutto quello che so lo devo a lui.
Il nostro era un rapporto indipendente, ma ci cercavamo con costanza; a volte anche per discutere.
Questa opera, vuole essere un ricordo e un ringraziamento a lui ed ai suoi insegnamenti.
Poi, in seconda battuta, è nata per me stesso. Ho voluto mettermi alla prova per vedere quanto la mia perseveranza fosse forte e determinata.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Moltissimo. Vedo crescere giorno dopo giorno la cattiveria, la rabbia, l'inciviltà e soprattutto la mancanza di rispetto.
L'avidità si sta prendendo le anime di molte persone che senza porsi alcuno scrupolo, sfruttano gli altri.
Il contesto sociale che viviamo ogni giorno, pone grossi interrogativi ma pochi di noi hanno il coraggio di farsi delle domande, anche scomode. È molto più facile sorvolare e non curarsene.
Credo che il destino dell'uomo inteso come civiltà sia vicino al capolinea, il denaro ha ormai distrutto ogni valore e sfaldato le società di un tempo. Vedo i giovani in difficoltà, senza prospettive e soprattutto senza motivazioni.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo che il mio romanzo, in qualche modo, racconti una faccia della nostra realtà.
Quando l'industriale svizzero commissiona un furto, ritengo di non essere molto lontano dalla realtà di certi ambienti.
È vero anche che scrivendo, riesco ad estraniarmi dalla dura quotidianità, un po’ come quando gioco a golf; perdermi nel verde assieme ai miei ferri è un'autentica evasione dalla realtà
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molto, a parte il fisico!!!
Molto del carattere di Sam è mio e soprattutto molto del suo modo di intendere la vita.
Amo l'amicizia vera e per questo motivo ho preso delle gran legnate visto che, anche lei, è un valore che sta sparendo; come dice mia moglie "siamo tutti utili ma nessuno indispensabile" e non posso darle torto.
Gioco a golf, pratico il tiro dinamico con le mie 2 pistole (che chiamo "bambine"), ho corso parecchio in moto, sono stato un buon giocatore di rugby quindi, direi che io ci sono.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mia moglie; lo è tuttora che sto scrivendo il sequel nella speranza che il primo libro piaccia.
A saputo incoraggiarmi quando le idee latitavano o erano molto confuse.
La ringrazio di cuore
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie e non lo ha capito!!!
Poi, lo ha riletto dopo qualche tempo nella prima copia da voi inviatami e le è piaciuto, ma a quel punto ero io a non capire come potesse esserle piaciuto.
Dopo che lo rilessi in quel formato, l'ho ripreso in mano e modificato profondamente in molte sue parti
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Purtroppo si.
Dico purtroppo perché io amo tenere in mano il libro in formato cartaceo; mi piace girare le pagine, sentire il rumore che fanno, le pieghe che prendono, il profumo della carta e soprattutto, amo vedere la libreria riempirsi di testi.
Senza dubbio, l'ebook sarà il futuro per tanti motivi anche di ordine ecologico e probabilmente andrà bene così, ma io sono romantico e nostalgico quindi prediligo la carta.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che, molto banalmente, sia la fine dei libri così come li conosciamo.
Penso che sia la plateale dimostrazione della pigrizia e del "tutto e subito".
Penso che sia una cosa aberrante per il lettore, perché se l'essere umano arriverà a non far più nemmeno la fatica di tenere in mano un libro o un ebook e sforzare la mente nell'interpretare ciò che sta leggendo, beh, come dicevo prima, l'umanità sarà al capolinea

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