Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma, nel quartiere popolare e storico di Trastevere; e ne sono orgoglioso.
Molto più tardi mi sono trasferito a Fregene nella casa che la mia famiglia aveva al mare, dove poi ho preso la residenza e ho insegnato nella vicina scuola media di Maccarese per circa quarant'anni. Nel mio Istituto, insegnando Lettere, mi sono sempre occupato del laboratorio di poesia e teatro scolastico, riducendo soprattutto classici di W. S., quali l'Amleto, la Tempesta, etc.
Ho sempre scritto qualcosa, ma mi sono sempre occupato solo di didattica. Ho circa quaranta titoli nel cassetto: racconti per ragazzi, gialli con percorsi nella storia, fantascienza, etc. Ma il mio slogan è stato sempre: la fantasia al servizio della realtà.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Bella domanda! Io parto sempre da uno spunto che può venire in qualunque momento o luogo, per esempio quando nuoto (sono tuttora un nuotatore master), poi a casa fisso l'idea sul primo pezzetto di carta che trovo sulla mia scrivania. Questa idea finirà nel mio computer secondo una tecnica della sceneggiatura cinematografica: 1) Soggetto, 2) trattamento del soggetto (sviluppo), 3) Sceneggiatura (contesti, dialoghi). Altro momento in cui mi vengono le idee, di notte, alle due: in genere vado a letto molto presto con il mio nipotino di due anni a fianco (19.30-20.00). Se la mattina alla mia alzata (5) mi ricordo quello che ho elaborato, lo appunto sul solito pezzetto di carta per poi passare nei documenti del computer, soggetti per racconti.
Il suo autore contemporaneo preferito?
In primis Umberto Eco. Nelle mie letture sono molto italiano e amo in genere tutta la nostra letteratura, quella del '900 e se me lo chiedete, andando indietro, il Manzoni dei Promessi sposi, che ho rappresentato nel teatro della mia scuola con una classe di terza media, con grande soddisfazione. E poi, mi piacerebbe citare anche, al di là della vostra domanda, autori come J. Verne e molti altri.
Perché è nata la sua opera?
Tutto ciò che ho prodotto è nato da un mio desiderio di comunicare agli altri il mio pensiero neo esistenzialista Per la pubblicazione sono stato stimolato da mia moglie e da alcuni amici di squadra. Nelle "Favole nuove", che stanno prendendo luce grazie alla vostra Casa editrice, sono sempre partito dalla realtà da cui poi la mia fantasia a intrapreso i suoi voli pindarici. Ma al di fuori di ciò non c'è stato un motivo vero; forse perché, ora, stando in pensione posso dedicarmi di più in quello che forse avevo sempre in animo di fare: scrivere; infatti, io mi potrei definire un logorroico della scrittura.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Mah! Io ho sempre vissuto, molto presto, soprattutto all'aria aperta a contatto con la natura, in un ambiente in gran parte incontaminato, ma che si va rapidamente depauperando, distruggendo. I miei nipotini, che vivono insieme alla famiglia di mia figlia con me, forse non potranno avere la fortuna che ho avuto io. Per ora cerco di preservarli vivendo ancora un ambiente dove possono giocare all'aperto, serenamente. Quindi direi che tutto ciò mi ha permesso, da un lato di cogliere gli aspetti meravigliosi che la natura mi ha generosamente offerto; dall'altro, mi ha preservato dalle brutture della città odierna.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Domanda importante. Rispondo: credo di poter dire che è entrambe le cose. Ma io parto sempre dalla realtà, per raccontarla meglio attraverso una narrazione metaforica.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sicuramente molto. Io sono ciascuno di quei salmoni che scendono le rapide per affrontare i pericoli del mare aperto e poi ritornare al loro lago di origine dopo molte peripezie dove si concluderà il loro ciclo vitale. Ma sono anche quel vecchio gabbiano che a fine vita, allontanato dal suo branco, trova conforto e confidenza sul vello di una pecora triste anch'essa. E sono quei cinghiali costretti ad invadere l'areale che gli umani hanno loro sottratto. Ma anche quel delfino, che, un tempo libero di tuffarsi libero nel suo mare, chiede aiuto agli uomini che non lo potranno salvare perché ha ingerito una micidiale busta di plastica.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nella vita di ciascun uomo importante (ma io non sono tale, sono solo un francescano), si dice che ci sia sempre una donna, ed è vero. E la persona che mi ha aiutato e che mi aiuta soprattutto al computer dove io sono una frana, è mia moglie Rossella.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie Rossella, grande lettrice e intellettuale.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo di sì. Mia moglie, per esempio, ne è convinta. Io però amo il libro cartaceo, da mettere in biblioteca. Ma mi rendo conto che, come dice sempre mia moglie, io dovevo nascere nell'('800). Del resto i miei insegnanti hanno studiato su autori non certo attuali, nati appunto a fine secolo XIX. Forse ha ragione lei.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso positivamente. Ascoltare per esempio in macchina un libro durante un viaggio lungo, sia un'ottima cosa e tenga compagnia. Io stesso amo ascoltare quello che ho scritto attivando la funzione al computer "leggi ad alta voce”: è veramente utile ed emozionante.