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BookSprint Edizioni Blog

12 Apr
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Intervista all'autore - Laura Della Monica -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un modo di dar voce ai miei pensieri e alle mie emozioni, esprimere nel modo più spontaneo possibile ciò che ho voglia di comunicare.
Quando scrivo sento di non aver paura di dire la verità, a me stessa innanzitutto. Mi sento libera e mi sento connessa con me stessa. Mi capita di commuovermi, di piangere, di ridere e anche di canalizzare la mia rabbia attraverso il tono e la pressione delle mie dita sui tasti del computer. Quando scrivo a penna, posso notare come la scrittura cambia a seconda del mio stato d'animo in quel momento.
Per me scrivere è un mezzo molto potente per guardarmi dentro. Mi piace molto anche rileggere ciò che scrivo dopo molto tempo e stupirmi davanti alla bellezza della vita che mi dà le risposte che cerco.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molto. In questo libro parto proprio da me, dalla meravigliosa esperienza del Cammino di Santiago per definire le tappe di un percorso interiore, durato anni, che mi ha portato a scegliere di divenire counselor, mi ha portato a dare una svolta alla mia vita personale. Ogni tappa è un traguardo in cui lascio andare, divorzio da convinzioni limitanti, dalla paura di agire, dal ruolo professionale che mi dà sicurezza, ma non senso di realizzazione, da un amore di cui non riconosco più un obiettivo comune. In questo libro racconto quanto è stato importante per me prendere coraggio e fidarmi della vita, che nel percorso presenta momenti sfidanti, di affanno, ma, al contempo, dona opportunità che vanno colte, vanno viste, come le persone che mi sono state accanto nel cammino, pur essendo partita da sola.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Per me scrivere quest'opera ha significato mettere nero su bianco un messaggio importante, che ho dato in primis a me stessa: vale la pena mettere in discussione una 'vita perfetta'.
La protagonista passa da una vita dettata dalle regole e organizza schematicamente la giornata e di conseguenza la vita. Lei fa un percorso perché sente che sotto sotto c’è un istinto da recuperare. Ha il coraggio di mettere in dubbio la “vita perfetta” (perfetta per chi? Secondo quali parametri?) …………..E la vita le risponde con esperienze forti (l’ospedale), incontri al limite del soprannaturale e nuove domande, nuove esigenze…
Allora cambia strada, percorre un cammino, trova angeli diversi (Rodrigo e Alvi, che sono personaggi a cui ti affezioni nel libro!) e comincia ad ascoltarsi, a diventare consapevole e decide di vivere anche l’Amore con istinto travolgente (Massimo). Decide di lasciarsi stupire!
In un certo senso RINASCE!
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata molto semplice. Ho usato un verbo forte, 'Divorziare', che spesso si associa alla fine di un matrimonio, anziché all'inizio di un nuovo percorso. Per questo ho voluto dire 'Divorziare fa bene' che sta per lasciare andare ciò che mi spinge verso il basso, che spegne le mie energie e la mia voglia di vivere.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Porterei con me il libro 'La principessa che credeva nelle favole' di Marcia Grad Powers. È un libro che ho apprezzato molto e termina proprio con un messaggio liberatorio: ' ... L'amore nel mio cuore crea l'amore nella mia vita. Ogni cosa sarà come deve essere, quando sarà giusto che sia, perché avviene quando deve avvenire, secondo i suoi tempi'.
 
Ebook o cartaceo?
Ammetto la praticità e la grande innovazione con l'ebook, ma rimango molto fedele alla lettura dei libri in cartaceo. A me dà gioia tenere in mano il libro, osservarne la copertina, girare pagina, sentire il profumo, sottolineare a matita.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Mi piace molto scrivere sin da quando ero piccola, ma non mi definisco uno scrittore. Ho scritto 3 libri, (uno l'ho solo presentato ad una fiera, ma non pubblicato), sempre a seguito di momenti determinanti nella mia vita.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Sapevo di voler raccontare una storia ben precisa e condividerla con un pubblico di lettori. Mi son chiesta: "Come posso raccontare un percorso interiore in un modo appassionante e concreto?". Così mi è venuto in mente il Cammino di Santiago, un'esperienza umana molto forte, divisa in tappe, come base per scandire e riconoscere uno sviluppo, passo dopo passo, verso la maturazione di consapevolezza e non solo man mano che mi avvicino alla meta.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una grande emozione di gioia. Quando scrivo, vivo pagina dopo pagina, mi immedesimo in ciò che racconto, mi emoziono e sento di metterci l'anima, senza far molta attenzione alla forma. Mi lascio guidare dall'ispirazione, c'è poco calcolo nella struttura, c'è assoluta spontaneità e desiderio di dire tutto ciò che sento importante. Quando finalmente metto l'ultimo punto, è indescrivibile.
Ringrazio molto tutto lo staff di BookSprint che mi ha dato modo di sentire valorizzata la mia opera, attraverso un'analisi che fa capire che il libro è stato letto e vissuto, una copertina che rende l'idea del contenuto. E quando vedo tutto l'insieme, lì, sento di aver compiuto qualcosa di autentico.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona ad aver letto il mio libro è stata mia sorella Paola. Non solo ha letto la versione finale, ma ha letto ogni bozza, sin dal primo scheletro. Le chiedevo cosa volesse sapere, quali fossero i punti che la incuriosivano maggiormente e da lì sapevo di dover approfondire delle parti del racconto o chiarire certi concetti più tecnici che riporto.
Paola mi ha dato numerosi riscontri e incoraggiato ad andare avanti, fino alla fine. A lei va un ringraziamento speciale!
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come dicevo per l'ebook, la tecnologia è sorprendente. Apre a maggior funzionalità e accontenta un numero più ampio di persone, anche diversamente abili. Rimango dell'idea che leggere un libro cartaceo dà modo alla persona di essere più connessa con sé stessa, immaginare i personaggi, dare loro una voce e sfogliare pagina dopo pagina sentendone il profumo e capendo che stai vivendo un'esperienza perché, al termine della lettura, vedi che hai magari stropicciato delle pagine, ci sono delle lacrime su alcune, hai evidenziato delle righe...

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