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17 Gen
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Intervista all'autore - Mario Pandiscia -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nasco a Lacedonia (AV), piccolo paese dell'Irpinia. Terminati gli studi magistrali emigra a Milano per motivi di lavoro.
Dopo circa vent'anni si trasferisce in Liguria, prima a Albenga e poi a Loano, dove vive attualmente. Per vivere onestamente si adatta a svolgere diversi lavori. Nel 1978, mentre lavora in una stamperia di materie plastiche, inizia a sentire ispirazioni poetiche. Descrive alcuni aspetti della società con poesie che tiene nel cassetto fino all'anno 2014, quando, incoraggiato dalla moglie e da un caro amico, decide di pubblicarle. Ha scritto oltre 150 poesie, di cui 70 non pubblicate, in cui racconta la società in cui vive, civile e politica, tramite avvenimenti e personaggi vari. Nel 2020 decide di narrare alcuni aspetti della società con la prosa.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera e quando possibile la mattina.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho autori preferiti in quanto sono interessato più agli argomenti del nome chi li scrive.
 
Perché è nata la sua opera?
L'opera è nata dall'idea di far conoscere anche alle nuove generazioni, tramite vicende realmente vissute, la trasformazione della società italiana, passando dalla libertà del dopo guerra alla finta libertà del XXI secolo.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Molto.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
È un modo per raccontare la realtà.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno, solo me stesso!
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al professore Luca Malvicini: autore della sinossi.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
In un futuro non molto lontano penso di sì, anche se l'emozione che si prova a tenere un libro cartaceo tra le mani non è paragonabile al freddo contatto di un video scorrevole.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho sufficienti conoscenze per valutare l'audiolibro. Sarà di certo utile ai non vedenti e forse preferito dalle nuove generazioni, già condizionate dalle tecnologie a discapito delle relazioni sociali.

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