Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Bordighera, in Liguria, e ho vissuto quasi tutta la mia vita a Sanremo.
Dal 2016 al 2021, invece, ho passato la maggior parte del tempo ad Aberdeen, in Scozia, dove ho completato la mia Laurea in Biologia Marina e il mio Master in Conservazione Marina. Il 2021 è anche l’anno in cui ho cominciato a scrivere la prima stesura di "Kaiju Nation", che ho completato a Gennaio del 2022.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Dipende dall’adolescente in questione. Se è un lettore agli inizi del suo viaggio, gli consiglierei i seguenti titoli per fargli prendere familiarità con i vari generi.
Per i libri di Avventura, “20 000 Leghe Sotto I Mari” di Jules Verne.
Per quelli dell’Orrore, “Dracula” di Bram Stoker.
Per il genere Fantascienza, “La Guerra dei Mondi” di Herbert George Wells.
Per quello Thriller, “Dieci Piccoli Indiani” di Agatha Christie.
Per i libri Fantasy, invece, “Lo Hobbit” di J. R. R. Tolkien. Ammetto però di non essere un esperto dei generi Commedia e Romantico.
Se invece si tratta di un lettore veterano, gli consiglierei sicuramente la saga de “La Torre Nera” di Stephen King, non molto conosciuta dai lettori italiani, ma che personalmente considero una delle migliori saghe letterarie mai realizzati, capace di fondere fantasy, fantascienza, avventura, horror e thriller in modo magistrale.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Da una parte posso comprendere l’appeal per l’E-Book, perché riduce l’uso della carta e offre maggiore comodità nella lettura durante le ore notturne o per chi ha bisogno di ingrandire lettere e parole. Dall’altra, penso che potrebbe rivelarsi dannoso per le persone che vivono di scrittura, poiché costi ridotti equivalgono a guadagni inferiori sulle loro opere. Inoltre, la perdita del libro cartaceo sarebbe un duro colpo per i collezionisti come me, che preferiscono sentire la carta tra le mani.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stato un amore ponderato.
Ho cominciato a scrivere racconti quando andavo ancora al Liceo, più o meno attorno al 2013. Da allora, ho scritto diverse storie senza alcuno scopo di lucro, con l’intento di migliorare la mia scrittura e trovare lo stile che mi si addicesse meglio, usando anche pareri di altri scrittori in erba e lettori come punti di riferimento. Tuttavia, è solo dal 2019 che ho cominciato a valutare serialmente la possibilità di scrivere un romanzo, e da allora ho passato ogni anno alla lavorazione di “Kaiju Nation” e altre storie.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sono sempre stato il tipo di persona a cui piace sognare in grande e volevo mettermi alla prova con qualcosa che in Italia non era mai stato fatto prima. Il genere Kaiju è diventato una pietra miliare della storia del cinema, e negli ultimi anni abbiamo assistito ad una sua rinascita in vari mercati grazie a pellicole come “Pacific Rim” e “Godzilla”, eppure i libri che trattano dell’argomento sono davvero pochi, e quasi tutti inediti in Italia. Così, qualche anno fa decisi di prendere in mano la situazione e scrivere un romanzo a tema Kaiju che potesse soddisfare tutti quegli appassionati che – come me – aspettavano da tempo una saga letteraria dedicata ai mostri giganti.
Con “Kaiju Nation”, spero di averli accontentati abbastanza da spingerli a leggere anche eventuali seguiti, ma la scrittura di altri capitoli dipenderà interamente dal responso del pubblico.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Proprio come nelle pellicole da cui trae ispirazione, “Kaiju Nation” utilizza i mostri per parlare di tematiche molto vicine alla realtà di tutti i giorni.
All’interno della storia, i kaiju rappresentano la Natura che si ribella ad un’umanità incapace di coesistere pacificamente con essa, dopo anni passati a sfruttarne le risorse, a deturpare i suoi ecosistemi e le innumerevoli creature che ne fanno parte.
Catapultati nel gradino più basso della catena alimentare, gli esseri umani dovranno mettere da parte differenze, orgoglio e avidità per scampare all’estinzione, ma questo sarà possibile solo se impareranno dagli errori passati.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Facendo riferimento alla domanda precedente, ho cominciato a maturare il desiderio di scrivere a partire dal 2013, dopo aver letto la saga fantasy “I Guardiani dell’Infanzia” di William Joyce. Ero rimasto affascinato dal modo in cui l’autore era riuscito a prendere personaggi del folclore già esistenti e usarli per creare una storia così fantasiosa e coinvolgente, e allora provai a fare lo stesso. Con il passare del tempo, capii che volevo creare qualcosa che fosse solo mio, personaggi che negli anni sarebbero stati associati solo ai miei scritti, e così elaborai una storia per ogni genere letterario di cui ero appassionato. "Kaiju Nation" è il mio primo tentativo di dare vita a quelle storie, e spero davvero che non sarà l’ultimo.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sicuramente, il momento che ricordo con maggior piacere è quello in cui ho scelto l’aspetto del kaiju protagonista del romanzo. Ho passato diversi mesi a lavorarci sopra, scartando un sacco di idee, cambiandogli caratteristiche, nome e background di continuo, perché sapevo che, una volta cominciato a scrivere su di lui, la mia scelta sarebbe stata quella definitiva. Volevo realizzare qualcosa di iconico e familiare al tempo stesso, unico all’interno della storia, ma non troppo lontano dalla realtà. Poi, un giorno, ebbi un colpo di fulmine, realizzai uno schizzo mentre mi trovavo al bar, decisi di mettere giù qualche riga… e così ottenni il mio kaiju protagonista. Non so se piacerà anche ai lettori, ma ormai la frittata è fatta e non ho intenzione di cambiare la ricetta.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Un paio di volte, durante la scrittura delle prime cento pagine. Pensavo che la storia non fosse abbastanza valida, ma una volta superata quella soglia ho capito che non potevo più fermarmi e così ho proseguito senza interruzioni, prendendomi una pausa solo nei weekend.
Il suo autore del passato preferito?
Direi J.R.R Tolkien. Lessi il Signore degli Anelli quando avevo undici anni, e fu il mio primo romanzo ad eccedere le mille pagine. È stato come una sorta di battesimo letterario, e da allora ho recuperato quasi tutti i suoi romanzi e racconti.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Proprio come per l’E-book, posso comprenderne l’appeal, specie per quelle persone che preferiscono risparmiare tempo e ascoltare una storia mentre fanno altro, anziché dover concentrare tutte le loro forze sulla lettura.
Personalmente, quando leggo un libro cerco sempre di immaginarmi le voci dei vari personaggi, cosa parecchio difficile quando si ascolta una voce che non è la tua.
Per il momento, preferisco esplorare i romanzi alla vecchia maniera.