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05 Set
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Intervista all'autore - Matteo Tota -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
La mia terra d'origine è una piccola città a nord di Bari: Corato
Sono cresciuto qui e ci sono molto legato perché, amando la tranquillità ed essendo poco affine alla caoticità delle grandi città, questo paese mi ha permesso di essere lontano da frenesia e da ritmi insostenibili. La mia passione per la scrittura si è sviluppata proprio in questo contesto, tra i banchi di scuola. Ero solito sempre finire per ultimo i compiti in classe di italiano perché amavo scrivere e occupare con le parole fino all'ultimo centimetro bianco di un foglio. Poi a seguito di diverse situazioni, forse anche a seguito della pandemia, una piccola parte di me ha capito che la scrittura era l'unico metodo per potersi sfogare e da quel momento ho iniziato a scrivere le poesie che fanno parte del mio libro.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente non c'è un momento prediletto rispetto ad un altro. Quando ho del tempo libero e la giusta ispirazione ogni momento può essere utile. Se proprio dovessi esprimere una preferenza risponderei che il momento principale è la sera o la notte prima di andare a letto perché tutto il mondo è in silenzio, fermo mentre il mio cervello continua a pensare, il mio cuore a battere e allora per attenuare un po' il flusso di pensieri preferisco scrivere.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sinceramente non ne ho uno che preferisco di più rispetto ad altri. Quando leggo, non guardo chi ha scritto l'opera ma il contenuto della stessa. Sono cresciuto con i libri di Geronimo Stilton, poi con quelli di Harry Potter e infine mi sono appassionato ai grandi classici della letteratura italiana e non.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata principalmente come sfida personale perché volevo dimostrare a me stesso che nulla è impossibile e che tutti i sogni con impegno e sacrificio si possono realizzare. Sicuramente ci sono altre esigenze che mi hanno spinto a scrivere perché mi sono ritrovato in un momento particolare della mia vita in cui scrivere mi aiutava ad eliminare i brutti pensieri e mi aiutava a sfogarmi. Quindi probabilmente la mia opera è nata come medicina a tutto ciò che vivo nella mia quotidianità.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito molto perché gran parte delle poesie sono legate a persone, cose, situazioni, emozioni tipiche del mio contesto sociale. Un contesto che ad un certo punto è risultato forse troppo stretto e troppo deleterio e dal quale ho voluto prendere le distanze proprio attraverso le mie poesie che non mancano di critiche velate.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose, soprattutto nel mio caso perché scrivere è stato un modo con il quale evadere dalla realtà e da certe dinamiche che mi stavano logorando ma al contempo parlando di quelle emozioni, di quelle persone e di quella realtà da cui volevo evadere sono finito a raccontare di quella stessa realtà.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tanto, se non tutto. Le poesie descrivono pienamente me e tutto ciò che mi circonda. Sono come il mio diario personale naturalmente romanzato ma alla fine riflettono completamente il mio carattere, il mio pensiero e la mia personalità. Sono specchio della mia anima.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì, sicuramente i miei genitori che mi sono sempre stati vicini e mi hanno dato la forza di andare avanti con la stessa tenacia con cui loro hanno affrontato mille difficoltà. Poi le mie amiche che per quanto facciano parte della mia storia di vita recente l'hanno migliorata in maniera impressionante. E infine tutti coloro che mi hanno dato modo di parlare di loro tramite le mie poesie.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'opera al momento non è stata fatta leggere interamente ancora a nessuno, se non per poche poesie singole. Probabilmente le prime persone a leggerla interamente saranno proprio i miei genitori.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso di sì, è il giusto connubio tra tradizione e innovazione: leggere grandi classici o libri moderni in qualunque momento e luogo semplicemente avendo con sé un dispositivo digitale.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che può avere ancora tanti margini di miglioramento e che molto spesso viene sottovalutato.

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