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BookSprint Edizioni Blog

06 Set
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Intervista all'autore - Luigi Gasparin -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Luigi Gasparin, per gli amici Carlo, nato a Torino, felicemente sposato.
Essendo disoccupato, per impegnare il tempo, faccio il bibliotecario nella scuola dove lavora mia moglie.
Per una sfida con me stesso un giorno mi sono chiesto se una persona che aveva solo la terza media, per di più presa al serale, sarebbe stato all'altezza di scrivere un libro, e quella sfida l'ho vinta.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ogni volta che riesco a liberarmi dagli impegni quotidiani, ma di solito è la domenica mattina.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ne ho, benché scriva molto non mi piace leggere, se però dovessi sceglierne uno direi Lidia Ravera, conosciuta di persona al Salone del Libro alla quale ho omaggiato il mio primo libro scritto Una storia d'amore sempre pubblicato con la BookSprint Edizioni.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché scrivere mi piace e avevo in mente questa trama così ho incominciato a scriverla.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Poco, anche se ultimamente sono diventato bibliotecario in una scuola e perciò adesso vivo le mie giornate in mezzo ai libri, prima ero un operaio e dedicavo poco tempo alla lettura.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Si, scrivere ti allontana dalla realtà, per catapultarti in un mondo fantastico che esiste solo nella tua mente.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto e niente, di solito scrivo di personaggi nei quali mi rivedo e sogno di vivere quelle storie che scrivo.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, è pura fantasia della mia mente.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie che mi ha aiutato nelle correzioni.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero vivamente di no, tenere in mano un libro è una sensazione che un ebook non può darti.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Se utilizzato per far si che anche una persona cieca possa sentire una storia raccontata si va bene.

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