Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Roma in una famiglia borghese, con padre dirigente INAM.
Mi sono laureato a Roma nel 61 e ho iniziato a scrivere quando, facendo la tesi di laurea sulle montagne di Sonnino, una sera vidi un cielo rosso e arancione che mi ha colpito. Ho sentito il desiderio di esprimere questa mia sensazione ed è stato così che ho iniziato.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando lavoravo generalmente la sera dopo aver cenato, se non ero molto stanco del lavoro giornaliero.
Adesso scrivo quando, osservando le cose intorno a me, ho la sensazione di non perdere qualcosa che valga la pena di far sapere.
Oppure quando riappare un ricordo del passato che credevo dimenticato.
Ovvero osservando il comportamento della gente. Non ho un autore preferito
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito; leggo volentieri libri di Follett, Falcones e altri ma senza preferenze.
Preferisco leggere opere di autori del passato.
Perché è nata la sua opera?
Per condividere con amici e parenti, anche se oggi si legge poco, le mie sensazioni e le mie idee.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi molto in quanto sia mia moglie che i miei figli sono tutti appassionati alla lettura.
È anche vero che ho cominciato a leggere, quindi a collezionare, libri da quando ero al liceo. Attualmente ho una biblioteca di diverse migliaia di volumi.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Direi tutte e due le cose.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei racconti e nei romanzi, che ancora non sono pubblicati, talvolta mi riferisco a luoghi che conosco bene per averci lavorato.
Nelle poesie, che prediligo come tipo di espressione, c'è quasi sempre qualcosa di mio o di persone a me care.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Direi di no; ho preso questa decisione in piena libertà.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia moglie, dalla quale ho sempre avuto critiche e consigli appropriati.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Personalmente la trovo irriverente verso gli autori e la carta stampata, anche se, al giorno d'oggi, le persone preferiscono leggere notizie sul cellulare.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Dati i tempi odierni la trovo comoda anche se io non la considero lettura.
Il bello di leggere un libro vero è anche nel frusciare delle pagine, toccarle e sentire l'odore della stampa.
Ma tutto questo è passato di moda.