Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono sostanzialmente un tecnico contabile. Io ho sempre scritto, un po' di tutto, meno che libri.
Non è che l'ho deciso. Mi è venuta voglia di provarci. Ho cominciato e mi è piaciuto.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Quando capita. In genere a fine giornata. Un po' di relax.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono anni che non leggo libri, anche perché non ho tempo. Libri tecnici, magari, libretti di istruzioni... Non mi pare di ricordarmi gli autori.
Perché è nata la sua opera?
Volevo vedere se ne ero capace.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Abbastanza, soprattutto per altro.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Certo, è fantasia, ma racconta anche delle realtà
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Abbastanza.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
In parte, alla mia impiegata.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
No. Il libro su carta, non ha bisogno di caricabatterie, non ha procedure di uscita. Se cade non si rompe e può stare sotto il sole.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È per chi ha le mani occupate, o non vede. È comodo in macchina invece di ascoltare spazzatura.