Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Mi chiamo Ermanno Longhi e sono una persona molto riservata.
Sono nato a Brescia e, abito a Gussago un paesino della Franciacorta con la mia famiglia da oltre 26 anni, per motivi di lavoro ho percorso in 42 anni l'Italia in lungo e in largo poi, a causa della pandemia, come tanti, sono stato obbligato a rallentare. Così ho iniziato a scrivere un libro che avevo abbandonato nel 2018 . Non mi ritengo uno scrittore in quanto sono alle prime armi. Sono molto legato al mio libro che ritengo un'opera curiosa spero che hai lettori piaccia.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Mi dedico alla scrittura, solo quando trovo l'ispirazione per scrivere un nuovo racconto.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Gabriele D'Annunzio
Perché è nata la sua opera?
Tutto è partito dopo il crollo del Ponte Morandi, qua è nata la mia vera aspirazione a scrivere.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
I miei racconti sono quasi tutti di fantasia, mentre le prefazioni corrispondono a fatti realmente accaduti dal 1970 al 2020.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Tutti noi dovremmo imparare a scrivere di noi stessi, delle nostre famiglie e dei nostri cari amici, come ho provato a fare io credo sia un modo per ringraziare chi ti è stato vicino nei momenti difficili.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel mio libro ho raccontato della mia gioventù.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia famiglia e tutti i miei grandi amici che ho menzionato nel mio libro.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ai miei famigliari, ai miei amici più cari.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so rispondere a questa risposta, in quanto il digitale mi spaventa.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
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