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08 Ago
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Intervista all'autore - Aurora Bastia -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me, scrivere è sempre stato una valvola di sfogo, fin dall’infanzia. ricordo che da bambina, mentre i miei compagni giocavano nel giardino della scuola, io rimanevo seduta su un muretto a scrivere,
per tutto il tempo che avevo. scrivere è libertà, è dire ciò che vuoi quando non puoi usare la voce, è sfogare la tua rabbia, la tua tristezza, è calma nella tempesta. le emozioni che mi dà sono incontrollabili, mi sento come se, tatuandole sulla carta, le mie parole non potessero mai sbiadire nel tempo. scrivere ha salvato la mia vita tante volte, perché senza non sarei riuscita a buttare fuori il veleno che mi stava uccidendo.

 

Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto. il libro è me, io sono il libro. è tutto autobiografico, racchiude tutta la mia vita in quel periodo buio chiamato “depressione”, che mi ha spinta a fare cose che, da lucida e cosciente, non avrei mai osato fare. questo libro non è per bambini perché contiene la realtà, contiene le parti peggiori della vita umana.


 

Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ho combattuto contro me stessa per tirare fuori questo libro. contro i miei demoni e i miei mostri, e contro a tutti quei pensieri che mi urlavano addosso di non essere abbastanza per fare una cosa così grossa come scrivere un libro. ho combattuto con le unghie e con i denti, e ho vinto io.


 

La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Io e il mio compagno stavamo cercando un titolo per il libro, ed è stato lui a tirare fuori “to the moon and back”. questa frase ha un significato enorme per me, infatti è tatuata sul mio braccio, dedicata a mia madre che me la ripeteva sempre quando ero bambina. nel momento stesso in cui l’ho sentita, ho capito che era il titolo giusto.


 

In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Charles Bukowski. ho sempre amato qualsiasi sua opera, ho tutti i suoi libri nella libreria, mi ha sempre affascinato il suo modo di scrivere, così rude ma sensibile, e penso sia proprio da lui che ho preso il mio metodo. ci somigliamo molto, sotto tanti punti di vista. un uomo tormentato che cerca la salvezza nei suoi vizi.


 

Ebook o cartaceo?
Cartaceo. la mia sensibilità mi spingerebbe a scegliere ebook, in modo da salvare l’ambiente, e anche molti soldi del portafoglio. ma i libri cartacei saranno sempre quelli che considererò reali: il rumore delle pagine che si sfogliano, il profumo della carta stampata, sono sensazioni che un digitale non può darti, e sono parte di ciò che un “libro” deve avere per farti vivere la sua storia.


 

Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Non l’ho mai deciso, sono nata e cresciuta tra i libri, ho semplicemente sempre saputo che era la strada giusta per me.


 

Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho detto, non mi si è mai “accesa la lampadina”, è venuto tutto da sé. ho iniziato a scrivere per sfogo, e sapevo che era qualcosa che meritava di essere conosciuto da altri.


 

Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È un’emozione unica. non ho mai provato niente di più bello che vedere il tuo sogno prendere realtà ed essere qualcosa con un futuro, qualcosa che altre persone potranno rendere proprio. ti senti bene, realizzato, utile a qualcosa. come se il tuo lavoro non fosse stato sprecato.


 

Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Ceschin, il mio compagno. lui ha letto poesia per poesia ogni volta che ne scrivevo una, ha supportato ogni mia parola, e per primo è stato quello che mi ha spinta a cercare un editore per poter rendere questo libro realtà.


 

Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Tramite l’audiolibro si è portata la scrittura a un livello più alto, facendola avvicinare a molte persone che non hanno mai amato la lettura. nonostante questo, per me toglie la meraviglia al lettore di poter leggere con la propria mente e con i propri occhi, una magia che, personalmente, è necessaria per viversi a pieno un libro.

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