Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Chieti nel 1938. L’anno successivo ci siamo trasferiti a Teramo dove abitualmente vivo, per cui mi sento “teramano” a tutti gli effetti.
Sono stato insegnante di Matematica, in pensione da diversi anni. Ho cominciato a scrivere solo una ventina di anni fa, iniziando con poesie in vernacolo, per passare a quelle in lingua e alla stesura di racconti e romanzi, dei quali ultimi ho prodotto tre pubblicazioni.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
La solitudine dei numeri primi
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che la risposta sarebbe più indicata se la domanda mi venisse rivolta cambiando il “a favore” in “a sfavore”! Già, perché l’annullamento del “cartaceo” porterebbe, secondo me (ma non solo secondo me), all’annientamento di quelle sensazioni che si possono provare solo avendo in mano l’opera dell’artista, ascoltarne il fruscio delle pagine e aspirarne il profumo. Ve lo immaginate lo studio di un professionista privo di qualsiasi libreria e costellata da Pc, Smartphon, Cellulari, DVD ?
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Non credo assolutamente che la scrittura derivi da un colpo di fulmine e forse nemmeno da un amore ponderato, come dice lei. Penso piuttosto che uno scrittore, un poeta, un romanziere che si reputi tale (anche se poi le circostanze dimostrerebbero il contrario…) diventi tale per trasmettere, certo, ad altri il suo “sentire”, ma soprattutto per innescare nel lettore le stesse emozioni che gli provengono dalle immagini del passato e dall’aspetto del presente, sperando così di fare una cosa gradita, come spero di fare io scrivendo queste storie.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Be’, la risposta l’ho fornita implicitamente sopra. Posso aggiungere che, almeno per quanto riguarda questo libro, i racconti che ho scritto sono scaturiti rivolgendo uno sguardo al mondo che mi circonda, rendendo alla prosa il compito di descrivere momenti dove realtà e fantasia, quando non opportunamente imbrigliate, si aggrovigliano, avvolgendo il lettore in una atmosfera di tangibili percezioni.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
L’opportunità di provare delle sensazioni vere, anche se scaturite da storie fantastiche, non come quelle artefatte delle chat, che stanno condizionando le nostre scelte.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da piccolo scrivevo solo i “temi” assegnati a scuola. Mai più avrei pensato che alla soglia dei sessanta anni, pur continuando a prestare interesse alle mie passioni, quali gli scacchi, che posso affermare dotate di una certa creatività, mi sarebbe venuto il pallino di scrivere, poesie, racconti, romanzi, opere in vernacolo. Ma tant’è! Ora di anni ne ho 84, ma non credo di avere esaurito la mia “verve”.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
No, che io mi ricordi, anche perché, essendo questo una raccolta di dodici racconti, non mi sovviene che almeno uno di essi sia legato in modo particolare alla realizzazione di quest’opera.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Quello che ho pensato è stato che dovevo mettere insieme le storie scritte in momenti diversi e in differenti circostanze, in modo che si affiancasse all’altra mia raccolta, quella di poesie, pubblicata anni fa. Sono contento di aver trovato nella BookSprint Edizioni questa possibilità.
Il suo autore del passato preferito?
Emilio Salgari
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Più o meno lo stesso pensiero di quello manifestato rispondendo alla domanda 3. Forse (ma dico forse con il beneficio d’inventario) l’audiolibro è meno controproducente (absit iniuria verbis!) dell’eBook, perché l’atmosfera di suoni e la voce del narratore sono di sicuro più coinvolgenti della lettura eseguita su un anonimo schermo piatto. Ricordo, a questo proposito, come moltissimo tempo fa, prima dell’avvento della TV, ascoltavo alla radio vicende a puntate, interpretate magistralmente da attori che recitavano meglio di quelli professionisti.