Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Padova, in una palazzina edificata ai primi del novecento, vicinissima al centro città. Era composta da un piano nobile rialzato e di altri due piani sovrastanti.
Aveva grandi sale e soffitti affrescati con scene mitologiche e grottesche, di cui conservo un ricordo dolcissimo. Noi però abitavamo al secondo piano in un grande appartamento, forse destinato un tempo alla servitù, su cui venne ricavata una nuova abitazione. Esternamente un grande giardino all'italiana, con vialetti limitati da imponenti siepi di alloro a circoscrivere due grandi prati, su cui troneggiava una fontana composta da una enorme conchiglia a valve aperte con all'interno due putti che reggevano un corno dell'abbondanza da cui scendeva una cascatella d'acqua. Vi ho trascorso i primi dieci anni di vita assieme alle famiglie di altri due zii e cinque cugini. Sono stati anni bellissimi, spensierati e avventurosi.
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
In quegli anni leggevo Jules Verne, Jack London e Emilio Salgari e ne conservo dei ricordi indelebili. Forse il libro che ho letto più volentieri e più volte è stato "Il richiamo della foresta".
Ma sono passati quasi 60 anni dalla mia adolescenza e i miei ricordi potrebbero essere poco interessanti per le ultime generazioni di adolescenti; sicuramente più attratti dalle avventure estreme delle infinite variabili offerte dai giochi dei computer. Spero comunque che in qualche angolino del cuore dei giovani adolescenti di oggi, ci sia ancora spazio per le avventure fantastiche che fanno galoppare la fantasia, leggendo i grandi del passato.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Come ho già detto in occasione dell'intervista rilasciata alla pubblicazione del primo romanzo "I sogni di Ennio", il mio parere è forzatamente favorevole per la praticità e la convenienza, sia in termini di costo che di spazio. Il libro in forma cartacea, una volta letto deve trovare posto in una libreria e occorre spazio. Un Ebook trova posto nella memoria di una piccola chiavetta, assieme ad altre migliaia di libri e non occupa spazio. Di questi tempi con gli appartamenti sempre più piccoli, il primo arredo a cui si rinuncia è purtroppo la libreria. Rimango comunque dell'idea che la lettura di un libro tradizionale è la lettura più piacevole, per la sensazione incontestabile di possedere veramente l'opera. Un Ebook è come una copia fotografica di un quadro d'autore, da lontano appare autentico, ma non darà mai l'emozione che trasmette una vera opera d'arte dipinta.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nel mio caso è stato proprio un colpo di fulmine. Non avevo mai considerato di possedere prerogative o potenzialità per diventare un romanziere. L'occasione è arrivata dopo qualche anno di pensione, proprio come un colpo di fulmine. Il lavoro mi occupava molto e non concedeva ne spazio ne tempo per impegnarmi seriamente come scrittore.
Come buona parte degli autori che si cimentano nella narrativa è proprio la condizione di pensionato a spingere il potenziale autore a cercare alternative efficaci alla noia dei giorni tutti uguali che ti vengono da pensionato.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Ovviamente la pubblicazione del primo romanzo. Mi sono buttato a capofitto nella scrittura del secondo, una condizione nuova che mi faceva sentire molto motivato e gratificato, scrivendo addirittura due storie contemporaneamente, a capitoli alternati su entrambi i romanzi.
L'idea originalissima del secondo romanzo, parla di una scoperta importantissima. Un'invenzione che può cambiare il mondo, ma anche delle difficoltà che deve affrontare il suo inventore. Un tema su cui avevo meditato ancor prima di scrivere il primo romanzo, ma su cui non riuscivo a trovare un finale convincente. Ma uno scrittore sa bene che la pazienza prima o poi viene premiata.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non mi sono mai messo nella condizione di voler trasmettere a tutti i costi dei messaggi a chi mi legge. Il mio lavoro parla da sé. Io scrivo sempre in modo semplice e diretto e racconto storie di vita semplice e sempre in prima persona. Storie che improvvisamente vengono movimentate da imprevedibili colpi di scena. Il mio obiettivo è tentare di indurre il lettore ad essere curioso e continuare la lettura senza interruzioni.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
No! Non mi ero mai sognato di diventare uno scrittore. Direi anzi che nei temi di italiano sia alle scuole medie che alle superiori, sono sempre stato tra i meno brillanti. Devo dire però a mio favore, che non mi piace scrivere a tema fisso, io prediligo cimentarmi su argomenti personali e di fantasia, dove posso spaziare all'infinito sconfinando senza paletti.
E non è stata nemmeno una lenta presa di coscienza. Mi sono messo a scrivere di punto in bianco, una scommessa su cui non credevo nemmeno di riuscire a tener duro fino in fondo. Ho iniziato con una storia che immaginava il protagonista alle prese con due amanti e non riusciva a venirne fuori. "I sogni di Ennio" è un romanzo curioso, con risvolti polizieschi. La polizia c'è ma è sempre ai margini della storia. E' il protagonista, uno scrittore solitario di libri gialli a trovarsi invischiato in un omicidio e deve faticare per venirne fuori.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Quando iniziai a scrivere "Gravità distorta", Il contesto in cui vive il protagonista è una casa immersa in un grande giardino, con un maestoso acero secolare. Questo è un magnifico ricordo della mia infanzia. Un enorme albero che troneggiava in un angolo del prato, vicino alla fontana, era talmente bello ai miei occhi, che lo guardavo con soggezione, rispetto e meraviglia. Non sapevo che albero fosse, non lo so nemmeno ora, ma ho voluto che nel mio romanzo diventasse un maestoso acero secolare.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Assolutamente no! Dopo la pubblicazione del primo romanzo, la vena inesauribile supportata da una fantasia sfrenata mi dava la certezza di completarlo in tempi ragionevoli.
Devo precisare anche che la stesura del terzo romanzo in corso, è già a tre quarti della storia e anche questo andrà senz'altro a buon fine.
Il suo autore del passato preferito?
Ho sempre avuto una passione particolare per la fantascienza e il mio autore preferito è P.J. Farmer. Assolutamente indimenticabile la saga del "Fiume della vita" e la trilogia di "Fabbricanti di universi" che giudico essere il suo capolavoro.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che l'audiolibro cancelli la peculiarità fondamentale del lettore: il silenzio. Criterio fondamentale per chi sta leggendo, e toglie anche il piacere di tenere tra le mani il libro.
Mi sembra una nota stonata, come stare alla guida di un'auto senza tenere il volante tra le mani. Se la storia la devo ascoltare, allora meglio vederla in un film. Non so se il futuro sarà favorevole agli audiolibri, io sono ancora per l'antica arte di leggere concentrato nel massimo silenzio. La vita ormai ci riserva pochi momenti per godere del silenzio, io ci sono ancora troppo abituato. Saranno i futuri scrittori e lettori a decidere.