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BookSprint Edizioni Blog

03 Gen
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Intervista all'autore - Roberta Benedetta Casti -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Torino, fino ai 18 anni ho fatto spola tra Borgaro Torinese paese della prima cintura, dove abitavano un tempo i miei genitori e Torino, dove invece lavoravano e lavorano ad oggi. Barriera di Milano, o meglio Falchera: quartiere che ho profondamente respirato da piccola, più di Borgaro, dove trascorrevo solo le serate e le domeniche.
Per me la Falchera è sempre stato un quartiere vivo, non luogo degradato e confinato come in passato molti lo hanno descritto ... qui ho avuto la fortuna, grazie al lavoro di mia mamma (tabaccaia e barista), di conoscere molte persone di ogni età e soprattutto di diverso ceto ed estrazione sociale e sono contenta di aver incontrato le più disparate persone perché oggi senza queste esperienze, senza queste relazioni umane, non sarei quella che sono.

 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Da docente nelle scuole secondarie di secondo grado, spesso consiglio ai miei alunni delle letture che toccano la mia materia di insegnamento e poi vanno alla narrativa specifica per ragazzi ai grandi classici per adolescenti. Da ragazzina riuscivo a leggere un libro al mese, era bellissimo immergersi ogni volta in posti nuovi, conoscere personaggi curiosi e sempre diversi. Il primo libro che ho letto da bambina, a nove anni fu Zanna Bianca: un libro che ci consigliò la maestra di italiano per le vacanze di Natale. Lo divorai in tre settimane … ma non so se oggi consiglierei questo libro ai miei studenti … quasi sicuramente qualcuno prima di me lo avrà già fatto.
I ragazzi dovrebbero scegliere ciò che più si avvicina ai loro sogni, ai loro desideri, che infonda loro fiducia e che vada a colmare le loro paure, le loro insicurezze. Perché il libro, un buon libro è anche questo: un amico, un compagno di viaggio, un percorso che pagina dopo pagina ti prende per mano e ti rende migliore permettendoti di crescere, magari aiutandoti a farti riflettere per prendere strade diverse o in modo diverso da quelle che magari si prospettavano buie e senza via di uscita.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L’Ebook è un grande passo avanti nel mondo dell’editoria. Sicuramente uno strumento pratico e utilizzabile in modo easy nella società contemporanea dove siamo sempre di corsa e abbiamo il tempo contato. La leggerezza del formato Ebook ci permette davvero di portare il nostro libro preferito ovunque: che sia un libro di cento pagine, che sia un libro di mille pagine.
Ci tengo però a precisare che non dovremmo perdere l’abitudine di leggere un libro in formato cartaceo: nulla può sostituire l’odore della carta stampata, l’atto di sfogliare una pagina è musica leggera per le orecchie e l’appagamento dei cinque sensi si fonde così nel piacevole atto del leggere che letteralmente ci porta inevitabilmente in una dimensione “altra” che io definisco ipnotica.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è un colpo di fulmine che diventa amore ponderato. Colpo di fulmine perché durante la Guerra del Golfo, la mia professoressa di italiano mi disse che avevo una “bella penna” e mi propose di fare un report sulla guerra per il giornalino della scuola che frequentavo. Lì fui sedotta dalla scrittura: fu un colpo di fulmine, soprattutto osservando i buoni riscontri che ottenni da quel piccolo articoletto che pubblicai. Nel tempo ho collaborato con una piccola casa editrice scrivendo dei piccoli testi narrativi di fantasia, partendo da un titolo o da tre parole messe insieme. Il bello è che dai libero sfogo alla tua creatività e riuscire ad arrivare alle persone con semplicità è un grande risultato. Ora è un amore ponderato, ho la consapevolezza di poter raccontare molto ma non ho la presunzione di raccontare tutto. Ho due racconti romanzati nel cassetto, iniziati dieci anni fa … prima o poi li porterò a termine, ora preferisco scrivere e raccontare altro. Quando il tempo me lo permette e ho il "guizzo" lo faccio con molta umiltà e con poca fatica.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo lavoro nasce come tesi di laurea nell’ormai lontano 2013: ho pensato che un lavoro simile non potesse restare chiuso nella biblioteca della mia Facoltà di Psicologia presso la IUSTO (Istituto Universitario Salesiano Torino), restando “solo” a disposizione degli studenti di psicologia. In realtà una parte dello studio era già stata pubblicato nella rivista dell’Associazione Italiana Psicologi dello Sport e dell’Esercizio Fisico (AIPS), agli atti del Congresso internazionale AIPS che si svolse a Rovereto nel 2014. La rivista a carattere prevalentemente tecnico-scientifica nell’ambito della psicologa mi ha dato la possibilità di far conoscere ai colleghi psicologi dello sport una parte del lavoro, ma sono ora soddisfatta perché questo elaborato potrà raggiungere anche chi non è direttamente “addetto ai lavori”. Sarebbe bello potesse essere preso come riferimento anche in corsi di formazione professionale per gli operatori che si occupano della cura dei grandi anziani. Voglio tenere viva la memora degli anziani, i loro racconti sono preziosi e possono riemergere da posti e anni lontani, voglio ribadire che anche un anziano che presenta demenza senile può portare alla luce pensieri, può esprimere bisogni che non devono essere trascurati. Con l’attuale situazione pandemica molti anziani, colonne portanti della società, pilastri delle famiglie, testimoni diretti del nostro passato si sono spenti, se riuscirò a trasmettere anche solo una minima emozione al lettore attraverso le testimonianze di queste persone, protagoniste del libro, avrò raggiunto l’obiettivo.
Un’annotazione importante al lettore: alcuni dati statistici che troverete all’interno della pubblicazione, relativi al numero di anziani presenti in Italia, il loro stile di vita, non sono stati aggiornati, quindi si avrà una fotografia della situazione relativa al primo decennio degli anni duemila, tenendo presente che la tesi di laurea è stata presentata nel 2013.
In realtà c’è un altro progetto, un altro libro in via di definizione, scritto molto probabilmente a quattro mani, che nasce, ancora una volta, dalla mia tesi di laurea magistrale in psicologia. L’ambito è ancora quello psicogeriatrico, il tema trattato è lo Story Telling. Ma questa è un’altra storia …
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Pensate alle fiabe e alle favole: molto spesso la strega è rappresentata come una vecchia cattiva e brutta, mentre il vecchio saggio descrive simbolicamente il raggiungimento della massima sapienza, oppure la massima autorità del villaggio a cui ci si avvicina con timore reverenziale. Altre volte il vecchio è uno stregone che ha il potere di trasformarsi in essere malvagio con chi fornisce le risposte sbagliate alle sue domande. La vecchina che prima sembra essere generosa e gentile si trasforma in un essere maligno dalle mani grandi, dalle dita lunghe che se ti afferrano non ti lasciano andare più via …
Due cose:
Ricordatevi degli anziani: sono stati bambini che hanno avuto la fortuna di crescere e diventare vecchi. Prendetevi cura di loro, avvicinatevi con spontaneità, con sincerità e con rispetto: vi sorprenderanno.
Non aspettatevi un romanzo avvincente, questo è un libro diverso, forse più “tecnico”. Non ci sono particolari colpi di scena, non c’è un finale stravolgente, se non una presa di consapevolezza sulle modalità di relazionarsi con uomini e donne che possono manifestare la loro “malvagità” (aggressività in demenza) e che possono ribaltare completamente il loro modo di porsi, “trasformandosi in persone sagge, gentili e generose” se chi si relaziona a loro, comprende il “perché, il come, il quando” avvicinarsi.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Più che sogno nel cassetto, la scrittura è sempre stata una coscienza, sicuramente una passione, un modo di esprimermi con i miei tempi. L’atto di scrivere e diffondere un mio pensiero, soggettivamente mi è più congeniale … la sottoscritta non ama molto, infatti, parlare in pubblico anche se per lavoro, comunque, le sue capacità oratorie devono essere sempre attive e presenti …
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Di episodi legati alla nascita di questo lavoro ce ne sono diversi, forse quello più bello è stato l’aver incontrato seppur “virtualmente” il professor Giampaolo Lai, medico e psicoterapeuta che mi ha permesso di conoscere meglio lo psico-conversazionalismo applicato ai soggetti con patologie dementigene, un altro episodio legato alla stesura di questo lavoro è sicuramente stato il passaggio dal formato “tesi di laurea” al formato “libro” che inevitabilmente ti porta a fare delle modifiche per renderlo più vicino all’ideale di “libro” light e non al classico “mattonazzo” …
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Diciamo che per la tesi di laurea non ho avuto particolari problemi, per il “secondo tempo”, quello della “trasformazione” il problema più grande è stato il fattore tempo: seppur ci siano stati cambiamenti minimi, sono passati anni. Questa è una tesi di laurea del 2013 che prese il massimo della valutazione dalla Commissione, dove qualche docente, dopo la proclamazione mi disse “Perché non ne fa un libro? È scorrevole, l’argomento è interessante … ci pensi”. Ci ho messo circa otto anni per decidermi … ma devo dire che, alla fine, ho preso la decisione giusta e ringrazio la BookSprint che mi ha dato la possibilità di riflettere ulteriormente dandomi poi la convinzione e la sicurezza di star facendo la cosa giusta.
 
Il suo autore del passato preferito?
Gli autori del passato … io adoro i grandi autori del passato, non saprei chi scegliere sono molti … dagli autori russi Tolstoj e Dostoevskij a Wilde, Austen, Allan Poe, Hugo, Dumas, Pirandello, Manzoni, Maraini, ma dovendo scegliere uno scrittore fra i tanti direi Camilleri, che in realtà non è del passato ma è stato un grandissimo autore contemporaneo che ci ha lasciato un patrimonio davvero notevole.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro è la nuova frontiera della lettura. Io sono tradizionalista ma devo dire che questo nuovo strumento ha conquistato anche me. Lo utilizzo quando devo leggere dei libri tecnici e a carattere scientifico e non ho tempo di leggere, e vado con il sintetizzatore vocale. Però la “grande bellezza” è l’immergersi in una storia, in un romanzo, con la voce di un attore che sicuramente rende magico l’atto dell’immergersi in modo totale nel racconto. Altro vantaggio è far riposare la vista. Volete mettere il relax di qualcuno che legge per te in giornate particolarmente pesanti? Una “figata” pazzesca! Devo però ammettere che finché avrò la facoltà di leggere con il classico libro lo farò. Se avrò la fortuna di diventare vecchia … e allora l’audiolibro diventerà uno dei miei passatempi preferiti!

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