1. Che cos’è per Lei scrivere, quzioni prova?
Attraverso la scrittura, entro in connessione con il mondo, ciò che accade ogni giorno. Scrivo per lasciare una traccia, un messaggio che possa essere condiviso dai bambini e dai loro genitori perché come insegnante e pedagogista, preferisco affrontare gli argomenti da approfondire con un racconto, una poesia oppure un libro. A scuola il mio processo di insegnamento - apprendimento è basato sulle emozioni, e un ambiente in cui ci si sente coinvolti, alimenta il pensiero critico, rispetta i sentimenti di ogni persona e migliora la qualità della vita. Scrivo in ogni momento, per insegnare, per condividere e per imparare, mi sento libera di esprimere la mia creatività.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Nella mia vita non manca la fantasia e il libro narra di avventure fantastiche che hanno riferimenti reali. Anch'io come la fatina ho bisogno di aiuto e al mio fianco ci sono le persone di cui mi fido e a cui voglio bene. Gli ostacoli che fata Marghè deve superare, equivalgono alle difficoltà della vita, che ho affrontato e affronto quotidianamente. Ho voluto creare difficoltà di vario genere, dalla più semplice da superare alla più complicata, con imprevisti che spostano la meta. La mia vita reale, come quella di tutti del resto, è così: momenti di tranquillità e serenità alternati a momenti di fatica e sconforto. Con tenacia e coraggio si trova sempre il modo di affrontare tutto, naturalmente non manca un pizzico di magia, che consiste nella forza di volontà.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Attraverso fata Marghè, vorrei che i bambini, le bambine, i ragazzini, le ragazzine e i genitori avessero un esempio di umanità e normalità da seguire. Non ci sono solo eroi nel mondo, una persona comune può essere un grande esempio e tutti noi possiamo mostrarci semplicemente per come siamo, con le nostre parti meno carine o le migliori ma sempre persone uniche, imperfette, pronte a vivere la vita con responsabilità e nel miglior modo possibile fin da piccoli.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo è nato prima del libro :"C'era una volta fata Marghè" e poi ho scritto la sua storia che avevo ben chiara da tempo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Naturalmente porterei il mio libro, vorrei leggerlo in compagnia di Dante Alighieri per scoprire insieme a lui analogie storiche e culturali, visto che le avventure della fata passano per le città di Milano e Firenze.
6. Ebook o cartaceo?
La tecnologia ha aperto la possibilità di rinnovare il modo di leggere attraverso l'ebook, ma la versione cartacea da vivere e respirare ha un fascino insostituibile.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Scrivo da sempre, fin dai tempi della scuola. Ricordo di aver scritto il mio primo racconto e di averlo fatto leggere al mio professore di lettere, che mi aveva dato un parere positivo.
Quando ho iniziato ad insegnare, ho sempre organizzato le mie lezioni proponendo ciò che scrivevo, storie o poesie. Con il passare del tempo ho iniziato a pubblicare i primi libri per bambini, uno di storie e uno di filastrocche. Negli ultimi anni ho raccolto tutte le mie opere sul mio sito ( www.silviastrocche.it ) e ho inventato le Fiabole. Ho anche un canale YouTube che uso per raccontare storie e filastrocche per tutti.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Fata Marghè è rimasta molti anni nel cassetto incompleta. Mancava sempre un fatto incalzante, qualcosa di unico che fosse educativo, con un messaggio pedagogico da lasciare ai genitori.
Solo recentemente ho terminato la stesura del libro, ora la fata è pronta, ha energie sufficienti per affacciarsi alla nostra società e provare a far riflettere i genitori sul bisogno educativo dei bambini e dei ragazzi. Nessuna ricetta perfetta! Solo riflessioni da condividere perché siamo tutti adulti che si muovono continuamente alla ricerca di sicurezza. Ma l'incertezza è la sicurezza di oggi. Ricordo mentre scrivevo gli ultimi capitoli, la mia indecisione su come concludere e di quante volte mi sia chiesta: "Se fossi io Marghè cosa farei?" Farei esattamente come Marghè!
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una strabiliante emozione, una vera magia tanto per restare in tema. Siamo tutti maghi e fate quando arriviamo a raggiungere i nostri obiettivi perché la vera magia è dentro di noi, una sensazione di leggerezza, gratitudine ed entusiasmo. Io mi sento così, vivo questo momento magico e spero che questa effervescenza faccia emozionare le menti dei miei lettori. Al termine di altre pubblicazioni spesso i miei alunni mi hanno chiesto:" Ma l'hai scritto davvero tu? Come hai fatto?" Tra l'emozione e l'orgoglio ho sempre risposto: " Ci ho creduto!"
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il mio lettore numero uno è sempre mio marito, questa volta ho coinvolto anche i miei figli. Mi affido sempre al loro pareri e consigli e sono molto obiettivi.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro rappresenta un supporto valido per chi è in difficoltà ma ama la lettura, per chi ha fretta e vuol dare comunque spazio alla cultura. Ritengo che sia una risorsa nuova ed efficiente a qualsiasi età e per più situazioni.
A scuola spesso uso gli audiolibro come punto di partenza per organizzare laboratori e lavori di gruppo.