2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Ora che posso dedicare tutto il mio tempo alla scrittura e all'arte, anche quella della fotografia surreale, vivo nella continua tensione di comunicare con tutto il mio essere. Non solo la giornata è dedicata alla poesia, ma perfino quando il sogno mi porta verso mondi lontani, capisco che la mia vita è tutta dedicata all'arte. Ogni momento può essere quello buono, se mi dà emozioni, che vorrei tanto dedicare agli altri. ma se questo non è possibile, mi accontento di comunicarle a me stesso.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho scoperto l'opera di Fabio Genovesi. L'ho conosciuto durante il Giro d'Italia. I suoi commenti sono stati illuminanti, e mi hanno spinto ad approfondire la sua conoscenza con i suoi libri. Ho poi conosciuto personalmente Susanna Tamaro, Dacia Maraini, Rigoni Stern. Tutti mi hanno arricchito.
4. Perché è nata la sua opera?
Dopo "Poesie del caos", "Euforia del caos", "Ancora Caos". Sono convinto che il caos ci governa ed è sopra di noi. Anche le mie ultime poesie sono surreali, governate da un automatismo poetico che risale a un secolo fa, a Breton. Ed ho scoperto che anche in alcune poesie degli anni Ottanta già si poteva intuire quello che sarebbe stato negli anni Venti. Tutto si è svolto senza che la mia volontà sia intervenuta in qualche modo.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non penso che il contesto sociale abbia avuto una qualche influenza sulla mia opera. Se mai sono stati i libri che mi hanno circondato da sempre. Infatti sono nato in un paesello di tremila anime, dove mi sono diplomato. Dopo vent'anni mi sono trasferito in un paese di mare di diecimila anime. Poi sono stato chiamato alle armi, in Sardegna. Mi sono quindi laureato a L'Aquila. Sono stato chiamato a insegnare a Bergamo (Fotografia, Teatro, Giornalismo, Lingua italiana) e dopo vent'anni sono stato chiamato a fare il bibliotecario in un Liceo. Negli anni Novanta ho cominciato a girare l'Europa: da Parigi a Vienna, da Madrid a Oslo, da Londra ad Amsterdam, da Atene a Malta, da Bruxelles a Colonia, da Bordeaux a Barcellona a Liverpool. L'Italia l'ho conosciuta tutta: da Venezia a Bologna, da Roma a Palermo, da Firenze a Genova. Ogni città mi ha regalato qualcosa di importante, mi ha arricchito umanamente. In particolare l'arte di Parigi, la musica di Vienna, il senso di libertà di Amsterdam.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Se da una parte il mio caos racconta la realtà, il surrealismo mi ha insegnato ad evadere da essa. Ed evado attraverso i sogni.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Molta parte di me è in quello che scrivo. Infatti, soprattutto nell'opera poetica, alcuni critici importanti sono riusciti a scoprire quanto di più intimo e personale è in me: da Zanzotto a Turoldo, da Pontiggia a Squarotti, da Rebellato ad Aglieri, da Cerniglia a Concardi, fino ad Hafez Haidar - candidato al premio Nobel.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No comment.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
No comment.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
NO.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
No comment.