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20 Ago
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Intervista all'autore - Giuseppe Latrofa

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato in un paese della provincia di Bari: Noicattaro. Ho vissuto lì fino a diciannove anni, poi, sono andato via per inseguire un sogno nel cassetto.
Diventare un attore.
Mi sono iscritto al "Centro Internazionale "La Cometa", iniziando un percorso triennale di formazione.
È iniziato tutto lì. Durante il secondo anno, abbiamo ricevuto il compito di scrivere un soggetto cinematografico. "Proteine" è il risultato di quel compito. Ma sentivo che non potevo fermarmi, avevo e volevo raccontare dell'altro. Ogni idea che mi veniva in mente, la salvavo tramite una nota audio e in seguito diventava scrittura. È venuto fuori così, dal nulla e contro ogni aspettativa.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di solito mi cimento quasi ogni giorno. Sento di dover "vomitare" pensieri e parole che penso abbiano bisogno di essere letti o ascoltati.
Se nella mia giornata ho diverse ore a disposizione cerco di impiegarle nella scrittura.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Adoro Neil Gaiman.
Il potere di creare storie tutte diverse e tutte innovative mi affascina. Lo considero un'artista a tutto tondo che riesce a muoversi con tranquillità su ogni campo.
Come giovane artista, i mondi che crea Gaiman sono molto d'ispirazione.
 
4. Perché è nata la sua opera?
Ho scritto questi dodici racconti perché sono convinto che leggere sia un'azione attiva. Voglio raggiungere un maggior numero di persone poiché sono convinto che valga la pena leggere queste dodici storie. Voglio comunicare con i lettori, coinvolgerli, toccarli, giocare con loro.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Le mie origini sono state la mia base, ma il contesto in cui vivo oggi ha avuto il ruolo più importante. Andare via da casa molto giovani ti fa maturare molto e più velocemente di quanto ci si possa aspettare. Vieni catapultato in un mondo che non conosci davvero, che non è pronto ad accoglierti o che non sei pronto ad accogliere tu.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è assolutamente un modo per raccontare la realtà. La nostra vita è il maggior fruitore di storie. È dagli eventi che viviamo che traiamo ispirazione per raccontare delle storie.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
L'inquietante e il mistero mi affascinano, quella parte di me è presente all'interno dei miei racconti.
Ma se devo essere più preciso non saprei dirlo.
Sono un ragazzo molto giovane che ha molte cose da scoprire e capire. Sicuramente una buona parte di me è presente in quello che ho scritto, soprattutto la mia visione delle cose.
Mi considero una persona molto realista. Cerco sempre di vedere le cose così come sono e in maniera obiettiva.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Il direttore della mia accademia, nonché docente di cinema della scuola, si è rivelato fondamentale poiché mi ha spinto su un sentiero che il me stesso di allora non pensava fosse nelle sue corde. Lo ringrazio per questo.
Ci sono alcune persone che mi sono state accanto e hanno visto nascere questi racconti, ringrazio moltissimo anche loro.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Molte persone, a me care e vicine, hanno letto questa raccolta durante la sua creazione. La mia famiglia prima di tutti, il mio migliore amico, la mia migliore amica e la mia ragazza.
Durante il periodo di scrittura ho coinvolto anche i miei attuali coinquilini, che ormai sono diventati la mia seconda famiglia.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sono un patito del cartaceo. Leggere un libro avendolo fra le mani e sfogliandolo è un'altra storia. Metterlo in libreria fra gli altri tuoi romanzi, non appena lo hai finito è una sensazione irreplicabile.
Fatta questa premessa, l'ebook è già una realtà. Dubito che in futuro rimpiazzeranno totalmente il cartaceo. Sono utili e funzionali, soprattutto se sei una persona che viaggia molto.
La bellezza del cartaceo non è replicabile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sono molto combattuto sull'argomento.
Hanno una loro particolare utilità soprattutto se non hai un momento durante la giornata per dedicarti alla lettura. In un audiolibro la lettura passa per un'altra persona, ascoltarlo non ti permette di avere gli stessi diritti di un lettore. Un lettore può soffermarsi su una pagina per ore, persino su una frase. Un lettore può letteralmente fare quello che vuole con un libro.
 
 
 
 
 

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