1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a Poggibonsi, dove ho vissuto gli anni dell'infanzia. Successivamente mi trasferii solo una strada e due marciapiedi più in là ma, per me, fu comunque un grande passo. Dovetti ricominciare tutto d’accapo: una nuova cameretta, una stufa a cherosene da domare, una tavola rotonda anziché rettangolare. Quell'esperienza mi insegnò a affrontare con curiosità ogni cambiamento e ad avere sempre una mentalità aperta. L’aver fatto il liceo scientifico a Colle Val D’Elsa e l’università a Siena mi ha aiutato molto a diventare un uomo di mondo. Ecco come mi sento! Del resto ho fatto un anno di militare a Rieti.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Teresa Batista stanca di guerra" di Jorge Amado.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Personalmente non ho mai provato a leggere un eBook, quindi non posso dare un parere specifico. Mi pare, però, che l'avanzata dell'eBook stia avvenendo ad un ritmo molto più lento di quello con cui il cd ha soppiantato i dischi in vinile: forse l'esito della "battaglia" non è scontato.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Le idee mi vengono in mente all'improvviso e, di solito, non quando scrivo al pc, può essere una battuta, un personaggio, una situazione, un pezzo della trama.
Il lavoro per trasformare questi spunti in narrazione è invece meditato e faticoso ma estremamente piacevole.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Qualche anno fa ho scritto il mio primo libro. Mi sono innamorato del personaggio e non ho potuto fare a meno di scrivere un'altra storia.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Non ho la pretesa di indicare a nessuno cosa fare o pensare. Mi diverto a scrivere e spero che i lettori si divertano a leggere ciò che scrivo.
Come recita un antico motto venusiano: "lunga vita e prosperità!" ecco il mio messaggio.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ho iniziato a scrivere solo da qualche anno. A sessant'anni mi sono chiesto cosa sapessi fare. Ero circondato da persone che traevano piacere a svolgere i lavoretti domestici come imbiancare, riparare tavoli, o fare l'orto, e che ritenevano la mia inettitudine solo il frutto della mia pigrizia. Anche al lavoro, dopo anni di soddisfacente attività, erano arrivate le prime cocenti delusioni. Avevo bisogno di dimostrare a me stesso di valere qualcosa, perbacco!
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
L'idea del libro è nata a seguito della visita ai "Bottini" di Siena. Sono delle gallerie che si sviluppano nel sottosuolo di Siena costruite, fin dal medioevo, per distribuire l'acqua nei vari punti della città. Mi sono chiesto come si sarebbe comportato Sellecchi, il protagonista del libro, in un simile frangente.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Mai.
10. Il suo autore del passato preferito?
Mi piacciono molto gli scrittori sudamericani. Amado più di tutti, ma anche Sepulveda, Vargas Llosa, Marquez, Osvaldo Soriano.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Potrebbe essere un altro modo di fruire un libro, complementare al cartaceo o all'eBook.